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Pescara, 25/07/2024
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Data: 29/05/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Accordo Tua/Fastweb. La banda larga e il bene superiore sempre lontano. Bravi, con una riserva

Sarebbe bello poter dire che è il paradigma magico, potenziale smacchiatore per tutti i problemi dell’Abruzzo. Ma non si può generalizzare su un terreno così complesso come quello dell’innovazione applicato alla grande industria in una regione che, già di suo, non declina naturalmente i verbi al futuro. Però non si può neanche derubricare lo sbarco della fibra ottica nel distretto dell’automotive grazie all’accordo tra Tua e Fastweb, l’area che tiene a galla l’economia della regione come un caso fortuito. Entrare nel terzo millennio con sedici anni di ritardo è già un argomento oscuro e imbarazzante che, per una volta, viene illuminato da una buona notizia. E di buone notizie c’è molto bisogno in questo periodo per cui fermiamoci a metà strada ragionando magari sui principi che si potrebbero mutuare per affrontare meglio, un problema alla volta, i nodi che soffocano la nostra economia. La cosa principale che colpisce di questa storia è la capacità che il privato del caso (Fastweb) e il pubblico (Tua, in senso lato, diciamo la Regione) hanno speso per mettere a fattore comune le risorse proprie individuando un bene superiore. Del resto, Fastweb poteva disinteressarsi di portare la fibra alla centrale Telecom di Lanciano, così come Tua poteva girarsi dall’altra parte davanti alla proposta di far passare la banda larga sotto i binari dell’ex Sangritana pubblicando il bando di turno che con i ricorsi del caso sarebbe arrivato a chiusura tra cinque anni. Perchè, saremo ancora più ruvidi, la capacità di vedere il bene superiore, antico male dell’Italia dei campanili, non esiste in Abruzzo. Se va di lusso, si arriva di striscio al male minore. Mai invece alla banalità del bene, del saper rischiare che sul terreno sempre scivoloso degli interessi pubblico- privati può fare la differenza. In questo frangente, sempre per non allargarci troppo, l’ha fatta: il privato del caso molte volte ha bussato e si è seduto a inutili tavoli quando al governo c’era il centrodestra. Non c’è stato verso. Il centrosinistra con un profilo molto più basso ci è riuscito. Bravi, con una riserva: inserire in coda alla presentazione dell’evento di venerdì il patetico mega spot elettorale per il candidato sindaco Pupillo grida vendetta. Ma questa è un’altra storia. Per oggi, fermiamoci alle buone notizie.

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