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Pescara, 25/07/2024
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Data: 01/06/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Aeroporto. L’Abruzzo chiede all’Europa di cambiare le regole del libero mercato

ABRUZZO. La Regione Abruzzo prosegue la sua strada verso l’ipotesi di risanamento delle casse della Saga che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo. E lo fa a modo suo perseguendo logiche e principi già enunciati più volte: cambiare le regole dell’Unione Europea e del mercato.
Ieri è stata approvata dalla Quarta Commissione consiliare regionale, in coda ad una seduta congiunta che ha visto coinvolte anche la Seconda e la Quinta Commissione Consiliare, una risoluzione con cui l’Abruzzo, in risposta ad una Consultazione Pubblica intrapresa dall’Unione Europea, chiede a Bruxelles di dare luce verde sugli aiuti al funzionamento degli Aeroporti Regionali.
Si tratterebbe in pratica della richiesta di autorizzare certi tipi di finanziamento per garantire maggiore mobilità e collegamenti aeroportuali dai piccoli scali.
Attualmente sulla base del testo proposto dalla Commissione Europea gli aeroporti regionali potrebbero ricevere solo aiuti legati a particolari progetti d’investimento e soprattutto finalizzati ad obiettivi concreti e circoscritti nel merito e nel tempo. Il testo della risoluzione abruzzese, che prevede anche richieste di chiarimento sulla possibilità di erogare aiuti ai porti per il dragaggio di manutenzione, è riuscito a conquistare anche i voti dell’opposizione di centrodestra. Non sorprende che a non votare sono stati solo i 5 stelle, il gruppo che si distingue per posizione da centrosinistra e centrodestra ma anche l’unico a non aver mai avuto alcun ruolo e responsabilità nella gestione della Saga.
«La Risoluzione di oggi è un altro capitolo del lungo impegno della Regione in favore degli aeroporti regionali, e in particolare dell’Aeroporto d’Abruzzo», ha spiegato il Presidente della IV Commissione Monticelli. «L’Unione Europea, lo sappiamo, si basa sul principio del libero mercato: ma chi vive in una Regione come l’Abruzzo sa bene che ci sono casi in cui il libero mercato non riesce a servire gli interessi di tutti. È per questo che chiediamo che, in questi casi, la mano pubblica sia libera di supplire a queste esigenze. Per adesso l’Abruzzo lo sta facendo egregiamente, come dimostra anche il recente caso Ryanair».
Non è chiaro a cosa si riferisca Monticelli quando parla di «libero mercato» e al fatto che non riesce a garantire gli interessi di tutti, nè è chiaro nello specifico cosa in particolare l’Abruzzo stia facendo «egregiamente», mentre sul caso Ryanair la prima cosa che viene in mente e che stiamo rischiando come minimo pericolosi tagli di rotte e tratte.
«Allo stesso tempo», conclude Monticelli, «è importante sottolineare che con le istituzioni comunitarie bisogna coltivare un dialogo costante. Prendersela con Bruxelles per tutto ciò che non va può portare consensi facili; tentare di influire sulle regole europee sulla base degli interessi dei cittadini è molto più complicato, ma è l’unica strada che può veramente portare a dei risultati concreti».
La giunta D’Alfonso di certo non pecca nè di fantasia nè di autostima ma quest’ultima sortita di Monticelli va segnata in agenda perchè, nel caso in cui il risultato dovesse essere portato a casa, sarebbe realmente un gran risultato, persino strabiliante. Infatti la strada è più che impervia e complicata e, forse, porta anche nella direzione sbagliata; per questo c’è chi pensa che -se proprio gli sforzi si vogliono fare- potrebbero andare verso obiettivi concreti, legali, sostenibili, realmente nell’interesse di tutti. Cioè appunto tutta un’altra storia.
Auguri a Monticelli e alla Regione Abruzzo che saprà farsi ascoltare in Europa ma dovrà fare in fretta perchè tempo non ce n’è: il contratto con Ryanair scade il 23 giugno e poi bisognerà capire come programmare le stagioni 2017 perchè quelle del 2016 sono già stabilite e prevedono tagli di rotte. Soprattutto bisognerà trovare un escamotage per riuscire comunque a far arrivare soldi nelle casse di Ryanair e al contempo fare il pieno a quelle di Saga.
Insomma da quaggiù, dal piccolo Abruzzo, si vogliono cambiare le regole del mercato e le norme europee da “aiuti al funzionamento” ad “aiuto al finanziamento” perchè poi di questo si tratta.
Già perchè tutta la storia va a parare sempre lì: la Saga da sola non sta in piedi ed è quasi un morto che cammina per cui si cercano disperatamente soldi, ovviamente pubblici perchè i privati non sono scemi, e con questi soldi non si costruisce nulla nè si offrono servizi ma si pagano debiti o si allenta la stretta di liquidità per pagare magari gli stipendi dei dipendenti. La realtà che emerge è che l’Abruzzo vuole comunque continuare a pagare come ha fatto negli ultimi dieci anni Ryanair e solo per questo si chiede all’Europa di autorizzare gli aiuti al finanziamento... pardon funzionamento.

AIUTI AL FUNZIONAMENTO
Ma a parte la propaganda politica e la distorsione di mercato e realtà, ecco che cosa dice oggi la legge dell’unione Europea, quella che i valorosi guerrieri abruzzesi vorrebbero cambiare.
Gli aiuti di Stato possono, a determinate condizioni,
«Correggere le lacune del mercato, migliorandone il funzionamento e rafforzando la competitività. Inoltre, quando il funzionamento dei mercati, seppur efficiente, è ritenuto insoddisfacente sotto il profilo della politica di coesione, gli aiuti di Stato possono essere utilizzati per ottenere risultati più auspicabili e più equi. Tuttavia gli aiuti di Stato possono avere effetti negativi, come falsare la concorrenza tra imprese e incidere sugli scambi tra Stati membri in misura contraria all'interesse dell'Unione. Il controllo degli aiuti di Stato nel settore aeroportuale e in quello del trasporto aereo dovrebbe pertanto promuovere un utilizzo corretto delle risorse pubbliche per politiche orientate alla crescita, limitando al contempo quelle distorsioni di concorrenza che impedirebbero pari condizioni di concorrenza nel mercato interno, in particolare evitando la duplicazione di aeroporti non redditizi nello stesso bacino di utenza e la creazione di eccessi di capacità».
Non pare proprio la fotografia di quello che è accaduto in Abruzzo dove i mercati non si sono rafforzati a fronte di oltre 40 mln di euro girati in più di 10 anni direttamente nelle casse di Ryanair, dove la politica turistica è al palo, nonostante i milioni buttati a mare e nel 2014 l’Abruzzo è al terzultimo posto tra le regioni “sfigate” del turismo.
Si potrà allora dire che i soldi dati agli irlandesi non sono serviti all’Abruzzo ed hanno portato uno scarsissimo beneficio pubblico?

L’INTERESSE PUBBLICO E’ PREVALENTE?
Ora anche i bambini capiscono che se c’è un finanziamento pubblico questo può esservi solo in ragione di un interesse pubblico prevalente, altrimenti è un regalo al privato. Dare soldi per far sopravvivere una società come la Saga -che da sola non ha ragione di esistere- non persegue alcun interesse pubblico e questo soprattutto perchè davvero alle spalle dell’aeroporto non c’è affatto quel tessuto economico finanziario e sociale che spinge il volano dell’economia turistica.
Ci fossero mille fermenti, forse, sarebbe tutto più facile giustificare qualche eccezione alla regola…
Anche l’aiuto al finanziamento può essere pericoloso e -dice l’Europa- «costituiscono in linea di principio una forma estremamente distorsiva di aiuto e possono essere autorizzati soltanto in circostanze eccezionali».
Ma «anche per un periodo transitorio, e per consentire al settore del trasporto aereo di adattarsi alla nuova situazione di mercato, alcune categorie di aiuti al funzionamento ad aeroporti potrebbero ancora essere giustificate a determinate condizioni».
E poi:
«alla luce del loro contributo allo sviluppo economico e alla coesione territoriale nell'Unione, ai gestori di piccoli aeroporti regionali dovrebbe pertanto essere dato il tempo di adeguarsi alla nuova situazione di mercato, per esempio attraverso un graduale aumento dei diritti aeroportuali imposti alle compagnie aeree, adottando misure di razionalizzazione, differenziando i propri modelli industriali o attirando nuovi clienti e compagnie aeree per sfruttare la propria capacità inutilizzata».
Cioè l’Europa dice: va bene ti finanziamo per un breve periodo per aiutarti a sostenerti da solo e avviare il tuo business, che nel caso abruzzese sarebbero nuove tratte, nuove compagnie, nuovi collegamenti e passeggeri a iosa…
Insomma a spanne diciamo che l’Europa sarebbe favorevole a finanziare iniziative in grado poi di sostenersi da sole e non a chiacchiere.
Esattamente tutto quello che non è stato fatto in oltre dieci anni a fronte di centinaia di milioni di euro spesi: ecco la prova che qualcosa non sia andato nel verso giusto.

SOSTENIBILITA’, QUESTA SCONOSCIUTA
Ma se i D’Alfonso boys si impegnano a cambiare le regole, l’Europa avverte:
«Lo sviluppo di nuovo traffico aereo deve, in linea di principio, basarsi su una solida realtà economica. Tuttavia, senza opportuni incentivi, le compagnie aeree non sempre sono disposte a correre il rischio di aprire nuovi collegamenti da piccoli aeroporti sconosciuti e non ancora sperimentati. Pertanto, nel rispetto di determinate condizioni, è possibile concedere aiuti all'avviamento alle compagnie aeree durante il periodo transitorio, e persino successivamente allo stesso, se ciò garantisce loro i necessari incentivi per creare nuove rotte a partire da aeroporti regionali, accresce la mobilità dei cittadini dell'Unione creando punti di accesso per i voli intraunionali e stimola lo sviluppo regionale. Poiché le regioni remote sono penalizzate dalla loro limitata accessibilità, gli aiuti all'avviamento per rotte in partenza da tali regioni sono soggetti a criteri di compatibilità più flessibili».
Nel caso dell’Abruzzo questi criteri dovrebbero essere molto ma molto flessibili visto che manca «una solida realtà economica», che la Saga non ha introiti dalla sua gestione tipica, che i voli vengono tagliati e non rafforzati dai finanziamenti.
Tutto si può fare e certe volte anche i miracoli accadono.
Con lo sguardo rivolto al cielo attendiamo… nuovi voli.

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