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Pescara, 25/07/2024
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Data: 06/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Lanciano, Vasto e Roseto al ballottaggio. Spoglio nella notte: tra i comuni maggiori solo Luciani si prende Francavilla al primo turno. Sulmona, Annamaria Casini sfiora il 50% e distanzia Di Masci. San Giovanni Teatino resta a Marinucci, Roccaraso a Di Donato. Penne al centrodestra

PESCARA Rosaria Del Rosso al seggio di Ortucchio con i suoi 100 anni compiuti il 20 aprile è il simbolo di questo voto comunale. La signora si reca alle urne da quando le donne ne hanno diritto, dal 2 giugno 1946, referendum monarchia-Repubblica (l’Abruzzo votò monarchia come tutto il Mezzogiorno). Maglia bianca, gilet nero, una sciarpa di lana bianca e azzurra, ha depositato nell’urna la scheda azzurra ed è tornata alla sua tranquilla vita di nonna. Come lei ieri hanno votato in Abruzzo il 66,85% degli elettori dei 72 comuni chiamati al voto, su un totale di 276.157 iscritti nelle liste elettorali. Un’affluenza in linea con i dati storici della regione, il precedente era del 70,65% e leggermente superiore al dato nazionale del 66,06%. Tra le province, l’affluenza più alta si è registrata a Teramo con il 68,59%, la più bassa a Pescara (64,31%). Il comune record per l’affluenza è stato Pereto con l’84,33%. Il peggiore Fraine con il 25,07%. Quello di Fraine, in provincia di Chieti (396 abitanti, ben 638 elettori iscritti nelle liste elettorali) è un caso particolare, perché non è stato raggiunto il quorum del 50% + 1 degli elettori al voto e non elegge il sindaco. Il quorum era necessario perché a Fraine si è presentata una sola lista con candidato sindaco. I primi sindaci eletti sono stati Ernano Marcovecchio a Tufillo (lì non aveva rivali) e Ciro Carpineta a Pietraferrazzana, Luigina Antonacci a Castelvecchio Calvisio, Domenico Di Cesare a Carapelle Calvisio. Il voto di ieri manderà qualche segnale alla politica abruzzese? Per dirlo bisognerà aspettare l’esito del ballottaggio del 19 giugno. La regione ha vissuto15 anni di continui rovesciamenti di fronte tra centrodestra e centrosinistra. Ieri mancavano alle urne i comuni capoluogo. Ma il centrosinistra rischia molto in questa tornata elettorale. Deve difendere Vasto (l’uscente Luciano Lapenna ha completato i due mandati), Francavilla (dove l’uscente Antonio Luciani viene dato favorito) e Lanciano, con il sindaco uscente Mario Pelino insidiato da un candidato di centrodestra come Errico D’Amico, molto radicato in città. Poi c’è Sulmona, una incognita: è andato al voto anticipato e le posizioni sono molto equilibrate. Infine c’è Roseto che dovrebbe restare al centrodestra, con l’uscente Enio Pavone, come attestato i dati provvisori dello scrutinio. Per il Movimento 5 Stelle doveva essere l’anno della conferma, ma lo è stato solo in parte. I grillini sono la prima forza d’opposizione in Consiglio regionale con cinque consiglieri (erano sei ma Leandro Bracco ha lasciato dopo pochi mesi i suoi compagni e oggi è al gruppo misto), hanno uno zoccolo elettorale consolidato, ma non riescono a strutturarsi come partito. Gli attivisti, quelli che votano nei meet-up sono pochi. Meno quelli che hanno votato i candidati sindaci. Alle comunali sono presenti con proprie liste in nove comuni su settantadue. E in soli due comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti (Vasto e Francavilla). A Sulmona e Lanciano hanno dovuto rinunciare a presentare il simbolo per problemi interni. Ma dove hanno un candidato spendibile come a Penne con Luca Falconetti, sfondano. Va anche detto che il loro sistema di certificazione di liste e candidati è farraginoso, lento e scoraggiante per molti. Su questo dovranno certamente lavorare di più. Gli altri partiti non se la passano meglio, anzi. Vivono più che altro su posizioni di rendita e su una maggiore permeabilità delle loro liste. Forza Italia non ha più una struttura degna di questo nome, attende la convocazione di un congresso, chiesto soprattutto dall’ala ex An, ma è legato mani e piedi alle decisioni nazionali. Fratelli d’Italia e Ncd sono partiti senza una vera rete territoriale e soprattutto il Nuovo Centrodestra è in una fase di riposizionamento oggi difficile da capire. Resta il Pd l’unico partito vitale, trainato però da un segretario, che è anche premier che risponde al nome di Matteo Renzi.

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