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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ballottaggi, patto M5S-destra: insieme per colpire il premier

ROMA Tutti contro Renzi. Questo il patto d'acciaio che si legge in controluce nelle dichiarazioni post voto di M5S e Lega Nord. Nelle città dove il M5S, e la Lega, sono rimasti fuori dai ballottaggi c'è una saldatura mutualistica di voti che rischia di far tremare le 17 giunte uscenti del centrosinistra. In quest'ottica, anche se non sono finiti allo spareggio finale, i grillini contano, eccome. A partire da Milano dove il candidato M5S Gianluca Corrado, istruito in chiave anti Pisapia dal suo king maker ed ex consigliere M5S Mattia Calise, ha lanciato uno slogan molto chiaro: «DeRenzizzatevi». E le risposte dei militanti milanesi sono state in larga parte pro Parisi, su cui a questo punto potrebbe essere spalmato il 10% dei voti M5S raccolti al primo turno. A Savona i grillini dispongono di un tesoretto del 25%, a Trieste c'è un 19,6% in palio, idem a Novara con il M5S che è al 16,90%. Ma è soprattutto nel profondo nord che Salvini ha bisogno dei voti pentastellati e a Varese, ad esempio i grillini pur non avendo presentato liste in cima al programma elettorale hanno condiviso il cavallo di battaglia per eccellenza del Carroccio: la sicurezza. E non è scontata una mano anche a Pordenone dove il M5S porta in dote un 12% che potrebbe fare molto comodo al candidato di centrodestra.
ECCEZIONE DE MAGISTRIS A Napoli, unica eccezione, il M5S per andare a colpo sicuro contro il governo si orienterà col suo 9,6% verso De Magistris e infine a Bologna per spezzare la continuità del dem Virginio Merola i grillini rimetteranno in gioco il loro il 16% a favore della super salviniana Lucia Borgonzoni ferma al 22%. Stesso discorso di staffetta leghista vale per le città in cui il M5S è chiamato in prima persona a polarizzare il voto contro i sindaci Pd uscenti: Roma e Torino per tutti. A Vimercate, per dire, nella provincia di Monza e Brianza, va al ballottaggio contro il M5S il governo di centrosinistra uscente e mai interrotto da 20 anni e qui centrodestra e Lega, che si sono presentati divisi potrebbero magicamente ricompattarsi con il 32% a favore del M5S.
COLPIRE AL CUORE I ballottaggi offrono un'occasione imperdibile per entrambi i partiti di colpire al cuore il premier e segretario del Pd. I primi temi all'ordine del giorno nella riunione M5S andata in scena l'altro giorno al Senato erano sicurezza e servizi sociali. Un binomio che segna una lottizzazione simmetrica del dibattito politico pre ballottaggi. Gli apparentamenti sono, almeno lo erano, un'eresia per il M5S. Stavolta, complice una comunicazione più liquida e meno rigida, è tutto un occhieggiare a destra menando a sinistra. Venerdì partirà il Cambiamo tutto Tour: venti tappe in altrettante città che termineranno a Roma il 17 giugno a sostegno di Virginia Raggi. In campo ci sarà tutto il direttorio: Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. E Beppe Grillo? Non è determinante, come ha sottolineato chiaramente Virginia Raggi quando ha detto che se ci sarà le farà piacere.
IL GRAN FINALE Difficile che il comico però rinunci al gran finale nella Capitale. Eppure il tour è anche una scommessa sull'autonomia da Grillo. Per questo già la prossima settimana consiglieri regionali ed eurodeputati verranno a Roma per decidere come muoversi, senza aspettare il blog che, però, continua a dettare la linea politica. Basta contare il rilancio delle analisi post voto che sono attacchi mirati a Renzi: punire l'esecutivo resta una priorità per il M5S.

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