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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Troppi debiti, licenziati i 59 dipendenti dell’azienda speciale Maiella e Morrone. Il liquidatore dell’azienda speciale annuncia: dal 1° luglio stop all’attività. Senza assistenza anziani e disabili in 16 comuni

PESCARA Tutti licenziati per i troppi debiti. Ieri Danilo Di Costanzo, commissario liquidatore dell’azienda speciale Maiella e Morrone che assicura l’assistenza ad anziani, disabili e minori disagiati in 16 comuni della Val Pescara, ha firmato una determina che annuncia la «cessazione dell’attività» e il «licenziamento collettivo» di 59 dipendenti. È un documento che fotografa un’altra volta, l’ennesima, la crisi di un ente pubblico travolto dai debiti: un buco da oltre 3 milioni scavato da una gestione dissennata che, adesso, si scarica su dipendenti e famiglie. La Maiella e Morrone è in liquidazione e, secondo Di Costanzo, visto che non ci sono più soldi per pagare i dipendenti, l’attività non può andare avanti. Da oltre un anno, i dipendenti sopportano di percepire gli stipendi in ritardo di mesi: adesso, le mensilità arretrate sono diventate 7. Nel documento, Di Costanzo parla di «grave stato di insolvenza» dell’azienda speciale con «diverse esposizioni debitorie»: debiti verso Equitalia per le tasse ignorate almeno dal 2009 e debiti verso i lavoratori, l’anello più debole della catena. Sono proprio i dipendenti, infatti, a non avere gli stipendi e a rischiare il posto di lavoro. La determina – già mandata al presidente Pd della Regione Luciano D’Alfonso e al prefetto Francesco Provolo – dice chiaramente che dal 1° luglio prossimo l’azienda speciale è destinata a chiudere perché «non avrà più alcuna commessa su cui occupare il proprio personale». Il documento prosegue: «La mancanza di commesse, insieme alle gravi difficoltà economico finanziarie legate alla mancanza di liquidità, fanno sì che l’azienda speciale debba provvedere al licenziamento collettivo dell’intero personale occupato». Una frase che cancella più di un anno di promesse della politica: nel 2015 la Regione aveva approvato un piano di rilancio ma la manovra è fallita. Significa che, adesso, i dipendenti potrebbero restare senza lavoro e che le famiglie, da un giorno all’altro, potrebbero vedersi bloccata l’assistenza. E i dipendenti avranno anche la beffa di non accedere alla mobilità perché non prevista nel sociale e «dovranno provvedere autonomamente alla richiesta delle indennità di disoccupazione Naspi». Il documento di ieri precede una riunione già fissata per il prossimo 13 giugno in prefettura quando Provolo incontrerà Di Costanzo e Cinzia De Santis, commissario liquidatore della Comunità montana Montagne pescaresi (ex Maiella e Morrone), l’ente proprietario dell’azienda speciale. C’è davvero poco tempo per evitare che 59 persone restino senza lavoro e la condanna a morte dei servizi sociali in 16 paesi: prima del 30 giugno, i servizi sociali dovrebbero essere affidati a un altro gestore, probabilmente una cooperativa. Ma finora la selezione per la scelta della coop non è ancora partita e non è stato individuato neanche il responsabile del procedimento (rup): a quanto si è appreso, finora, nessun impiegato amministrativo vuole bandire la selezione.

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