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Data: 12/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Boccia: salari legati alla produttività

SANTA MARGHERITA LIGURE La rivendicazione è netta: «Le nostre scelte sono equidistanti dalla politica. Se sono le nostre idee dobbiamo portarle avanti, e senza preoccuparci di chi dice che sono di destra o di sinistra». Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, non si fa intimidire da chi accusa la sua organizzazione di essersi schierata troppo a favore di Renzi. Nel suo intervento conclusivo della tradizionale due giorni di convegno dei Giovani imprenditori a Santa Margherita Ligure, non si smarca dall'assist che gli imprenditori junior hanno fatto alla riforma costituzionale. È vero, le dichiarazioni di Marco Gay, presidente dei giovani, hanno tolto qualunque residua suspense all'appuntamento del 23 giugno del consiglio generale dell'associazione di viale dell'Astronomia che dovrà pronunciarsi proprio sul referendum di ottobre. «Dovrei arrabbiarmi per la fuga in avanti di Marco» dice Boccia.
LA POSIZIONE
Ma in realtà già lui, nella relazione all'assemblea annuale di maggio, aveva lasciato intendere in modo chiarissimo la sua posizione a favore della riforma. Boccia però tiene a chiarire: è una questione di coerenza. Poco prima sullo stesso palco era stata la past president Emma Marcegaglia a ricordare che «la riforma costituzionale è nel Dna di Confindustria, che la chiede sin dai tempi di Pininfarina», ovvero da fine anni 80. E allora - dice Boccia - «non dobbiamo fare l'errore di non dire quello che pensiamo, ciò in cui crediamo, solo per non sembrare appiattiti sulle tesi dell'uno o dell'altro schieramento politico. Se sono le nostre idee dobbiamo portarle avanti». E tanto per essere più chiaro cita il grande Totò: «Non facciamo come il principe De Curtis che diceva: io il coraggio ce l'ho ma è la paura che mi frega».
Avanti con coraggio, quindi, esorta Boccia. D'altronde come ha ricordato Marco Gay anche se la crisi è finita, ora ci aspetta la ricostruzione. E in questo contesto Confindustria vuole giocare un ruolo attivo. «Noi i muri li sfondiamo e i ponti li costruiamo. Sfondiamo i muri di preconcetti, pregiudizi e assuefazioni; costruiamo i ponti della crescita e delle società aperte» dice il numero uno degli imprenditori. Che promette: «Al governo non faremo liste della spesa. Ma proposte, chiedendoci se sono nell'interesse del Paese».
E nell'interesse del Paese per Boccia, al primo posto c'è un recupero di competitività. Per ottenerlo sono due i passi necessari: lo scambio salari-produttività e il taglio delle tasse su impresa e lavoro. Il primo si può ottenere con un accordo con i sindacati su un nuovo modello di contrattazione: a breve, entro la fine del mese, ci dovrebbe essere il riavvio degli incontri con i sindacati. Il rilancio della produttività è un punto nodale per il Paese. «È nell'interesse dei lavoratori e delle imprese» spiega Boccia. Perché solo così si potrà innescare quel circolo virtuoso che porterà a salari più alti , più occupazione, più domanda interna, più crescita. «Non vogliamo giocare al ribasso» assicura. Resta comunque - precisa - una questione che devono risolvere le parti sociali tra di loro: meglio che il governo non intervenga.
Dove invece Renzi deve fare la sua parte è sul fisco. «Chiederemo un intervento per la detassazione e decontribuzione dei premi di produttività, che sia senza tetto» dice Boccia. Altro terreno di intervento del governo dovrà essere la poltica industriale, con la richiesta - che ieri Marco Gay ha ribadito - di puntare sui distretti produttivi locali. La politica, comunque, si è confermata l'invitata d'onore anche nel secondo giorno di convegno che ha visto - oltre all'intervento dell'Alto rappresentante Ue per gli affari esteri, Federica Mogherini, e del ministro dell'Interno Angelino Alfano - la platea dei giovani imprenditori confrontarsi con una carrellata di aspiranti sindaci delle principali città (Giachetti e Raggi, Fassino e Appendino, Merola) pronti a giocarsi il tutto per tutto al secondo turno.

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