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Pescara, 25/07/2024
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Data: 14/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Indagine antitrust. «Trasporto locale scadente, serve più concorrenza»

ROMA Poca concorrenza, poche gare, servizi scadenti, molti soldi pubblici ma poca equità nell’accesso ai servizi. Il trasporto pubblico locale in Italia non passa l’esame dell’Antitrust, che nell’Indagine conoscitiva sul settore documenta l’ «arretratezza» di un comparto, i cui limiti sono ben noti ai cittadini che salgono ogni giorno sui mezzi pubblici. Un’analisi che individua nell’apertura alla concorrenza la ricetta per risolvere molti dei problemi che attanagliano il settore e sollecita quindi, attraverso la riforma dei servizi pubblici locali in discussione in Parlamento o in altro modo, un tempestivo intervento normativo. Oggi il Tpl, che è la seconda voce di spesa per le Regioni dopo la Sanità e impegna oltre 7 miliardi di euro di fondi statali, ha molti punti di debolezza, soprattutto se raffrontato con gli altri Paesi europei: dai minori ricavi da traffico (la vendita dei biglietti copre appena il 30% dei costi - anche a causa della piaga dell’evasione tariffaria - ai maggiori costi operativi (i costi medi operativi in Italia sono di 3,3 euro/km e mediamente il divario tra l’Italia è gli altri paesi è +16%); dallo strutturale squilibrio tra domanda e offerta alla minore produttività (il rapporto tra vetture km e numero di addetti è più basso in Italia che in tutti gli altri paesi). L’indagine evidenzia anche «gravi squilibri strutturali», tra cui investimenti insufficienti in infrastrutture, parco rotabile obsoleto, notevoli divari territoriali.

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