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Pescara, 25/07/2024
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Data: 14/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Tagli alla Brioni, la vertenza al ministero. La crisi dell’azienda di Penne torna all’esame del governo. La Cgil: ignorate le nostre proposte sull’orario

PENNE La crisi occupazionale della Brioni torna oggi sui banchi del ministero dello Sviluppo economico. Alle 14,30, oltre ai funzionari del ministero, parteciperanno all’incontro sul futuro dell’azienda vestina dell’alta moda, i rappresentanti delle varie sigle sindacali dei lavoratori, i dirigenti della fabbrica e le istituzioni regionali. La Cgil, intanto, ha voluto chiarire il perché non ha partecipato al confronto sulla riduzione di orario al contrario di quanto fatto dai rappresentanti di Cisl e Uil. «Non abbiamo preso parte al confronto non per nostra scelta, ma perché l’azienda ha preteso che si firmasse l’accordo senza ascoltare le nostre proposte. Vista l’impossibilità ad avere chiarezza sugli ammortizzatori sociali», ha spiegato Domenico Ronca della Cgil, «volevamo garanzie a fronte dell’accettazione della riduzione dell’orario, con la rinuncia dell’azienda a un’apertura unilaterale delle procedure di mobilità. In caso di impossibilità ad accettare la proposta di inserire delle garanzie, la nostra idea era che la discussione sul part-time venisse avviata dopo la riunione al Mise, cosa assolutamente fattibile dato che i nuovi orari partiranno solo a settembre. Su queste due proposte», ha continuato Ronca, «c’è stata una chiusura rigida e senza alcuna possibilità di confronto. Non abbiamo mai abbandonato alcun tavolo, né cambiato posizioni rispetto all’accordo del 4 aprile e né rispetto alle posizioni espresse nelle assemblee con i lavoratori, nelle quali abbiamo sempre ribadito come la riduzione di orario avesse un senso solo se si riuscissero ad ottenere gli ammortizzatori sociali e se questo sacrificio impedisse licenziamenti forzati». Al 7 giugno scorso, termine della mobilità volontaria incentivata, sono stati circa 70 i lavori usciti dalla Brioni. L’azienda sartoriale vestina, dal 2012 parte della holding francese Kering, ha previsto 154 esuberi: dunque, rischierebbero ancora il posto un’ottantina di dipendenti. Un numero troppo grande per i lavoratori. «Chiediamo di aprire il confronto subito dopo la riunione al Mise sull’organizzazione del lavoro e gestione degli orari. Non c’è ragione per andare ad un voto, senza prima un accordo con tutte le organizzazioni sindacali presenti in azienda, per un regime di orario ancora da organizzare e rispetto al quale si possono esprimere diverse perplessità. Per queste ragioni», ha concluso Ronca, «invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori a non votare prima della riunione del Mise e a chiedere di poter conoscere tutte le proposte per poter scegliere la migliore».

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