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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, per i furbetti licenziamento sprint Renzi: «Adesso la pacchia è finita». Procedura in 30 giorni pagano anche i dirigenti

ROMA La sintesi fatta da Matteo Renzi è che i furbetti del cartellino saranno licenziati in modo «cattivo ma giusto». Insomma, ha aggiunto il premier, «la pacchia è finita». La sostanza l'ha invece spiegata il ministro della funzione pubblica Marianna Madia, annunciando il «licenziamento in tronco di chi viene preso a truffare sulla presenza in un ufficio pubblico. Entro 48 ore», ha aggiunto il ministro, «parte la sospensione e il licenziamento avviene entro un mese». Il decreto approvato ieri con il quale le amministrazioni pubbliche potranno mettere alla porta senza troppi ostacoli gli assenteisti colti in flagranza, fa parte di un pacchetto di cinque provvedimenti di riforma della Pubblica amministrazione che hanno passato il vaglio del consiglio dei ministri. Altre due norme fortemente volute dal governo hanno concluso l'iter e, una volta pubblicate in Gazzetta Ufficiale, saranno definitivamente legge dello Stato. Si tratta della nuova Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, e della riforma della Conferenza dei servizi. Quest'ultima, ha ricordato lo stesso Renzi, è stata uno dei suo mantra fin dalla corsa per le primarie, quando aveva definito la procedura come una «terapia di gruppo». Il ministro Madia ha aggiunto che oggi ci sono casi in cui le Conferenze di servizio, dei tavoli costituiti da diverse amministrazioni dello Stato e che devono autorizzare la costruzione di opere o l'avvio di attività, possono durare anche otto o nove anni. Con la riforma le amministrazioni che partecipano alla Conferenza, saranno obbligate a dire «sì» oppure «no» al progetto in un tempo certo, al massimo cinque mesi. Per i casi più semplici, il tavolo potrà anche essere virtuale, con riunioni on line, e dovrà dare il suo parere entro 45 giorni, 90 se ci sono in gioco interessi sensibili come il diritto alla salute. L'altra novità è che ogni livello dell'amministrazione potrà partecipare con un solo rappresentante.
LE ALTRE NOVITÀ L'altro decreto che ha completato il suo iter, come detto, è quello sulla Scia unica. Per aprire un bar o un ristorante ci sarà un modello unico che sarà uguale in tutti i Comuni. I cittadini avranno a che fare, inoltre, con un solo ufficio, che poi si occuperà di smistare il traffico con gli altri uffici coinvolti nelle amministrazioni evitando che tocchi al cittadino questo onere.
Questo provvedimento è stato accompagnato anche da un altro decreto legislativo, ribattezzato Scia 2, che è stato approvato in via preliminare e ora sarà trasmesso al Parlamento per acquisire i pareri. Si tratta di una mappatura di oltre 300 procedure amministrative, il cui scopo è di rendere omogenei e chiari i procedimenti amministrativi e le autorizzazioni necessarie per avviare una attività. Infine è stato approvato, sempre in via preliminare, un quinto decreto che non fa parte della riforma della Pubblica amministrazione ma che comunque è di semplificazione dei procedimenti che riguardano le autorizzazioni paesaggistiche e culturali. Trentuno procedimenti, come l'installazione di pannelli solari, vengono esonerati dalle autorizzazioni. Per altri 42, invece, viene previsto un dimezzamento dei tempi di risposta. Per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, «l'approvazione in via definitiva dei tre decreti attuativi della riforma Madia è un ottimo segnale per costruire una P.A. moderna, al servizio di imprese e cittadini».

Procedura in 30 giorni pagano anche i dirigenti LE MISURE
ROMA Il licenziamento in tronco dei dipendenti pubblici colti in flagrante mentre timbrano e se ne vanno, è solo l'antipasto. La portata principale, la riforma organica del licenziamento degli statali per motivi disciplinari, arriverà nelle prossime settimane con la riforma complessiva delle regole del pubblico impiego. In quel testo ci sarà una novità importante, anticipata ieri dal ministro della funzione pubblica Marianna Madia. «I cavilli», ha spiegato il ministro, «non bloccheranno più i licenziamenti». Il riferimento è ai vizi formali che ci possono essere durante le fasi del procedimento disciplinare come, per esempio, il mancato rispetto dei termini della procedura. Già nel decreto sui licenziamenti dei furbetti del cartellino questo principio è stato introdotto. Se il processo deve per legge durare 30 giorni e poi ne dura 35, questo non potrà essere un motivo per impugnare il verdetto davanti al giudice. Questo postulato sarà rafforzato con una norma di carattere generale che sarà inserita nel Testo unico sul pubblico impiego al quale stanno lavorando i tecnici del ministero e che potrebbe vedere la luce già prima della fine dell'estate. Nello stesso provvedimento verrà messo un punto anche ad altri due fenomeni considerati particolarmente odiosi: le assenze di massa e quelle seriali. Le prime sono quelle che si verificando quanto i dipendenti disertano tutti i insieme il lavoro. È capitato a Roma, per esempio, alla vigilia di Capodanno quando quasi 800 vigili urbani si diedero malati. Ma capita anche in occasione delle partite di calcio. Il secondo caso riguarda le assenze in serie il lunedì o in occasione dei ponti festivi. Entrambi i comportamenti verranno resi un illecito disciplinare sanzionabile con il licenziamento.
LA PROCEDURA Se questo è quello che verrà, quello che tra qualche giorno, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sarà legge, è il licenziamento dei furbetti del cartellino. La procedura prevista dal decreto approvato ieri definitivamente, è molto snella. Chi viene colto in flagranza, anche mediante telecamere o riprese televisive, a timbrare il cartellino senza poi entrare in ufficio, entro 48 ore sarà sospeso senza stipendio. Avrà diritto soltanto a quello che è stato ribattezzato un «assegno alimentare», una somma approssimativamente pari al 50% dello stipendio tabellare. Con lo stesso provvedimento di sospensione cautelare, al dipendente saranno notificate le accuse che gli vengono mosse. Sempre nello stesso atto ci sarà anche la convocazione per il contraddittorio, per dare al lavoratore modo di difendersi dai rilievi. Questa convocazione, spiega il testo del provvedimento approvato ieri, deve avvenire con un preavviso minimo di quindici giorni. Il dipendente potrà farsi assistere da un procuratore o dai sindacati, e fino a prima dell'audizione potrà inviare una memoria scritta oppure, in caso di grave e assoluto impedimento, chiedere un rinvio del contraddittorio al massimo di cinque giorni. Questo differimento del termine può essere concesso una sola volta. L'ufficio disciplinare dovrà comunque concludere il procedimento entro 30 giorni dal momento in cui il lavoratore ha ricevuto la contestazione degli addebiti.
LE ALTRE SANZIONI Come detto, sforare questo termine non comporterà comunque un motivo di annullamento dell'eventuale licenziamento. Entro quindici giorni dall'avvio del procedimento disciplinare, potrà partire anche la segnalazione alla Corte dei Conti che, quando ne ricorrono i presupposti, potrà chiamare il dipendente a rispondere di danno d'immagine con una procedura che si concluderà entro tre mesi dal licenziamento. A pagare, poi, potrebbero essere chiamati anche i dirigenti. E questo sia dal punto di vista disciplinare che da quello penale. Quelli che fossero venuti a conoscenza del fatto senza prendere provvedimenti, verrebbero chiamati a rispondere di un illecito disciplinare punibile esso stesso con il licenziamento. Oltre a questo partirebbe una segnalazione anche all'Autorità giudiziaria che sarebbe chiamata a valutare l'eventuale reato di omissione di atti d'ufficio. Tutte queste norme saranno valide solo per il futuro. I furbetti già colti in flagrante in questi mesi, potranno invece cavarsela.

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