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Data: 16/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, sull'anticipo il nodo di interessi e premi assicurativi

ROMA Per alcuni sarà una tentazione, per altri una necessità. L'anticipo della pensione con la formula del prestito (Ape) sarà disponibile dal 2017 e potranno usufruirne a condizioni diverse i lavoratori intenzionati a lasciare l'attività prima per una scelta di vita, quelli che causa disoccupazione non hanno alternative ed infine coloro che lavorano in imprese interessate a favorire il ricambio generazionale.
Il periodo di trattamento anticipato dovrà essere ripagato in 20 anni una volta raggiunti i requisiti veri e propri e costerà una riduzione dell'assegno di importo variabile: potrà essere minima per le persone a basso reddito o in difficoltà lavorativa, mentre per gli altri potrà arrivare fino al 15 per cento. Le incognite ruotano attorno ad alcuni punti: il rapporto percentuale tra il trattamento provvisorio e quello definitivo, gli interessi sul prestito e il relativo tasso, il costo dell'assicurazione che dovrà coprire l'ipotesi di premorienza (non ci saranno oneri per lo eredi, nemmeno in caso di reversibilità), e infine le detrazioni fiscali finalizzate ad attutire l'impatto per alcune categorie. Il primo punto sarà oggetto di una decisione successiva, ma ha una sua rilevanza per l'appetibilità di tutto il meccanismo: stabilita una soglia percentuale minima (ad esempio il 70 per cento) resta da stabilire se lasciare a chi lo vuole la possibilità di fruire di un trattamento reddituale più alto (e di quanto) in proporzione alla futura pensione. Ovviamente più è alta la percentuale, eventualmente fino al 100 per cento, maggiore sarà l'importo del capitale da rimborsare.
IL MECCANISMO Poi ci sono gli interessi. A prescindere da quale sarà il tasso, nella maggior parte dei casi dovrebbero essere a carico dello Stato, direttamente o tramite il meccanismo delle detrazioni fiscali. Ma per i pensionandi con reddito più cospicuo questo costo potrebbe aggiungersi a quello della restituzione del capitale. Sulla rata mensile poi peserà probabilmente anche il premio assicurativo finalizzato a ripagare le banche nel caso il pensionato muoia prima dei 20 anni. Dal punto di vista statistico-attuariale questo circostanza dovrebbe verificarsi soprattutto per gli uomini, visto che la loro attuale speranza di vita a 65 anni è di 18,7 anni; siccome la pensione di vecchiaia scatta un po' più tardi, alle soglie dei 67, resterebbero scoperti circa 3 anni. Per le donne invece la speranza di vita alle medesima età è di 22 anni.
Alla fine, risulteranno decisive quantità e modalità delle detrazioni fiscali, che rappresenteranno il grosso della spesa a carico dello Stato, per un importo di alcune centinaia di milioni l'anno: saranno graduate anche in base al reddito del pensionato.

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