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Data: 17/06/2016
Testata giornalistica: Mobility Press
Antitrust: indagine TPL, serve più concorrenza, non solo "per" ma anche "nel" mercato

L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha pubblicato i risultati dell’indagine sul trasporto pubblico locale, che aveva promosso con una delibera del dicembre 2013. Oltre due anni di lavoro che hanno portato alla stesura di un documento di 165 pagine, che contiene analisi e raffronti, ma anche una serie di sentenze sintetizzate dai media nella formula: “serve più concorrenza, il TPL attuale offre servizi scadenti e vede poche gare per l’affidamento dei servizi”. L’Antitrust ha concluso l’indagine nel momento in cui stanno per intervenire nel settore importanti novità normative, tra cui i provvedimenti contenuti nel Testo Unico sui servizi pubblici locali, norme cui il documento dell’AGCM non solo fa riferimento, ma su cui interviene suggerendo integrazioni o modifiche o richieste di ulteriori disposizioni normative. La novità in un certo senso più rilevante è l’accento posto dall’Autorità sullo sviluppo nel settore non solo della concorrenza “per” il mercato, ma anche della concorrenza “nel” mercato.
L’Antitrust sottolinea, infatti, che “l’indagine ha tuttavia anche l’ambizione di individuare gli spazi per lo sviluppo di forme di concorrenza nel mercato, che significa essenzialmente restringere il perimetro del cosiddetto ‘servizio pubblico’ affidato in esclusiva e ritagliare linee e servizi esercitabili da più imprese contemporaneamente, in regime di libero mercato”. La tesi dell’Antitrust è che “buona parte delle criticità strutturali che gravano sul TPL” (su cui il documento si diffonde con varie analisi che hanno trovato rilievo anche sui media) “potrebbero essere affrontate e risolte ricorrendo diffusamente a modalità competitive di affidamento, che invece, nella situazione attuale, costituiscono l’eccezione rispetto agli affidamenti diretti.”
L’indagine prende in conisiderazione tutte le criticità finora emerse nelle gare svolte o proposte in Italia; le soluzioni fanno a loro volta parte di un discorso complesso, che tiene conto dei risultati raggiunti con le linee guida adottate dall’Autorità di regolazione dei Trasporti in materia di gare, ma che - secondo l’Antitrust - vanno integrati con ulteriori disposizioni normative o prescrizioni legislative.
Il tema della concorrenza “nel” mercato interviene alla fine del complesso lavoro d’indagine sul settore del TPL, ma non rappresenta solo un contenuto innovativo, ma piuttosto una delle opzioni per correggere alcune distorsioni del sistema del trasporto pubblico locale. La premessa è che “non vi sono ostacoli di natura tecnica all’introduzione della concorrenza nel mercato”, visto che “l’assetto produttivo di regola non è configurabile come monopolio naturale, né sono di ostacolo le esigenze di contenimento della spesa pubblica o il perseguimento di obiettivi sociali, che anzi potrebbero essere meglio soddisfatte sviluppando anche la concorrenza nel mercato, con effetti positivi su costi, prezzi, sussidi, domanda, comprovati da numerose esperienze estere”. Gli ostacoli provengono semmai da prescrizioni (spesso sancite da specifiche norme) volte a salvaguardare l’equilibrio economico dei contratti di servizio, che spesso a loro volta riguardano bacini così grandi da rendere impossibile introdurre servizi in concorrenza che non interferiscano con i servizi a contratto. L’Antitrust propone la soluzione di servizi svolti da più operatori soprattutto nelle aree dove la domanda è più debole e la contribuzione pubblica è proporzionalmente più elevata (e dove la concorrenza nel mercato può funzionare da fattore di equilibrio), ma l’obiettivo è di estendere via via il meccanismo concorrenziale aperto all’intero settore del TPL: una tesi che un’Autorità garante della concorrenza e del mercato deve difendere, e che introduce un ulteriore motivo di dibattito nel mondo del TPL.

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