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Pescara, 25/07/2024
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Data: 18/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, assenze di massa licenziamenti più facili

ROMA Dopo i furbetti del cartellino a finire nel mirino del governo sono i fannulloni del lunedì mattina. E pure quelli delle feste comandate, come gli 800 vigili che hanno marcato visita a Roma la notte di capodanno, o che incrociano le braccia quando gioca la squadra del cuore. L'intenzione è quella di replicare in qualche modo le norme anti-furbetti del cartellino, introducendo delle regole chiare e delle procedure rapide, per mettere alla porta gli statali che fino ad oggi hanno approfittato delle maglie larghe del sistema. La stretta sarà inserita nel Testo unico sul pubblico impiego, un maxi decreto legislativo al quale sta lavorando da tempo il ministro della funzione pubblica Marianna Madia, e che sarà approvato al massimo entro il prossimo mese di settembre. Il passaggio non è semplice. Basta considerare che degli 800 vigili che si sono assentati la notte di capodanno a Roma, solo una cinquantina sono finiti sotto indagine per truffa e altri 17 sono stati condannati a una pena pecuniaria per interruzione di pubblico servizio. Ma nessuno, al momento, è stato licenziato.
COSA CAMBIAQuesto perché in base alle norme della legge Brunetta, per poter mettere alla porta un dipendente occorrono due cose. La prima è che ci sia una valutazione negativa del dipendente stesso, e la seconda è che si sia macchiato di una colpa, come aver infranto una norma del contratto o aver compiuto un reato. I tempi per il licenziamento, insomma, sono lunghi perché bisogna attendere quelli della giustizia. L'idea, allora, sarebbe quella di introdurre nel caso di assenze «anomale», come quelle reiterate o di massa, come un elemento determinante dello scarso rendimento al quale legare direttamente la sanzione del licenziamento. In questo modo, insomma, non sarebbe più necessario attendere gli esiti dei processi. Come già accaduto per i furbetti del cartellino, poi, l'intenzione sarebbe anche quella di accelerare le procedure con tempi comunque più lunghi dei 30 giorni usati come metro nel caso in cui il dipendente è colto in flagranza a timbrare e andare via. Altro elemento già recepito nel decreto sui furbetti che sarà replicato e reso strutturale nel testo unico sul pubblico impiego, sarà l'impossibilità di impugnare l'atto di licenziamento per meri vizi formali. Ci sarà poi, come annunciato, anche una piccola rivoluzione nelle visite fiscali. Quelle dei dipendenti pubblici oggi sono affidate alla Asl. La riforma del pubblico impiego prevede la nascita di un polo unico che affiderà all'Inps il compito di verificare le assenze per malattia degli statali.
LA TEMPISTICAI tempi della riforma, come detto, non dovrebbero essere troppo lunghi. In questi giorni al ministero della funzione pubblica le riunioni si susseguono. La speranza sarebbe di riuscire a portare il testo in consiglio dei ministri già entro la fine di luglio, prima della pausa estiva. Il lavoro non è semplice e il tempo è poco. Anche perché di mezzo c'è anche il rinnovo del contratto degli statali che, in alcuni punti, si interseca con la riforma del pubblico impiego. Lo fa, per esempio, proprio su tutto il tema della valutazione dei dipendenti e sui premi. Dunque potrebbe essere necessario prendere ancora un po' di tempo. In questo caso dal testo unico sul pubblico impiego verrebbe scorporata solo la riforma della dirigenza, che sarebbe approvata comunque entro luglio perché la delega scade, per poi rimandare a settembre le norme su tutti gli statali.

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