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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Tua punisce l’autista-tifoso del Pescara. Parte l’azione disciplinare ma il pm apre l’inchiesta sull’attentato al mezzo. Di Primio e D’Amico: «Il gesto di un imbecille» (L'articolo in pdf)

CHIETI Azione disciplinare ma anche inchiesta. La Tua, ex Arpa, punisce l’autista-tifoso del Pescara che ha esposto la bandiera biancoazzurra sul parabrezza, ma la procura apre un fascicolo contro ignoti mentre il sindaco di Chieti e il presidente della società regionale di trasporto tacciano come “imbecilli” e “stupidi” gli autori dell’attentato. Forse i carabinieri non scopriranno mai chi ha lanciato tre molotov nella notte contro un mezzo delle autolinee pubbliche regionali parcheggiato in via dei Peligni. Ma una cosa è certa: ha pagarne per primo le spese sarà l’autista che ha esposto la sciarpa del Pescara violando un articolo del regolamento. La “censura” sarà il tipo di provvedimento disciplinare che gli verrà comminato. Ma andiamo per ordine.
I FATTI. Il pullman della Tua viene fotografato a Chieti mentre transita all’altezza della Chiesa del Sacro Cuore. Sul parabrezza l’autista ha steso il simbolo delle Pescara: una sciarpa. E’ l’inizio della scorsa settimana quando l’immagine viene postata su Facebook e commentata come un gesto provocatorio. Ma passano appena due giorni e, nella notte tra giovedì e venerdì, si consuma la vedetta contro un mezzo delle autolinee regionali. Le tre bottiglie incendiarie non causano danni ingenti all’autobus in sosta nel parcheggio ex Arpa, ma l’innesco, volutamente lasciato sul posto, è una sciarpa biancoazzurra semibruciata.
LE REAZIONI. «Molotov contro autobus della Tua – no alla violenza che prevalica il confronto sportivo», dice Umberto Di Primio che è caustisco nei confronti degli autori dell’attentato. Senza mezzi termini li etichetta come “imbecilli”, e scrive: «In attesa di avere informazioni più precise sul movente di un simile gesto, ritengo non più ammissibile che la rivalità tra opposte tifoserie possa sfociare in episodi di violenza. Non ne guadagna nessuno, non ne guadagna l’Abruzzo. Credo sia assolutamente censurabile e non più tollerabile la violenza nello sport e che questa determini una limitazione per i cittadini». Di Primio non nasconde di essere un indomabile campanilista, basti ricordare le sue esternazioni in passato contro Zeman, oppure il sindaco francavillese o lo stesso D’Alfonso, e quindi aggiunge: «Sono un difensore dei campanili ma questo non ha nulla a che vedere con una guerra fratricida all’interno dei propri Comuni. Dobbiamo essere tutti d’accordo che sono degli imbecilli coloro che compiono azioni violente e intimidatorie». Ma non è l’unico a reagire in modo forte, seppur costruttivo. Luciano D'Amico, rettore a Teramo con radici profondamente del Chietino visto che è nato a Torricella Peligna, parla come presidente della Tua ma anche come cittadino: «Il regolamento non prevede l’esposizione di alcunché, all'esito dell'indagine interna scatterà certamente una sanzione. Ha sbagliato l'autista. Ma da cittadino e non da presidente della Tua, dico che si sta esagerando stravolgendo un momento di gioia sportiva che oggi è per Pescara in serie A, ma domani potrebbe essere anche per Chieti o per qualunque altra città abruzzese. L'applicazione del regolamento va fatta con rigore soprattutto se innesca reazioni di questo tipo che danneggiano l'azienda e che diventano spunto per esprimere un forte disagio. Lottiamo contro la stupidità».

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