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Data: 20/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Torino ai grillini, Milano al Pd Assist Lega-M5S a senso unico

ROMA L'onda grillina sommerge Roma e conquista Torino fermando l'ago della bilancia sul simbolo dei Cinquestelle. A Milano il candidato del centrosinistra Beppe Sala salva i democrat dalla disfatta con il 51,7 % circa dei voti contro il 48% di Stefano Parisi, l'esponente designato dal centrodestra. E se la Raggi stravince a Roma, nella città della Mole la sorpresa forse è addirittura grande: Chiara Appendino stacca di oltre 8 lunghezze il sindaco uscente Piero Fassino: «Dobbiamo ricucire una città ferita». Una forbice che la dice lunga sugli affanni del Pd chiamato ora alla resa dei conti interna. Voto semi-bulgaro aNapoli dove De Magistris (66%) surclassa Lettieri anche se a votarlo è solo il 24% dei napoletani e l'astensione tocca la punta del 35,99% (-12% rispetto al primo turno). Strada in discesa per il pd a Bologna con Merola in vantaggio di quasi 9 punti sulla leghista Borgonzoni.
Chiusi i seggi, scrutinata l'ultima scheda inizia ora la psicanalisi collettiva per capire a seconda dei casi le ragioni della vittoria o le cause della sconfitta. Molto lo diranno i flussi anche se è già di tutta evidenza, ad esempio, che a Torino abbia funzionato l'asse Lega-M5S che altrove invece non ha dato frutti. «È un asse asimmetrico - commenta a caldo Enzo Risso, direttore dell'istituto di ricerca SWG - perché mentre molti elettori del Carroccio in assenza di un loro candidato hanno virato sui Cinquestelle lo stesso non è avvenuto per i grillini».
I TRE POLI
Il Pd ha perso i due scontri-chiave con il M5S. Un flop sotto gli occhi di tutti. Ma se Chiara Appendino, neo sindaco di Torino, ha incassato una quota pari quasi all'80% dell' elettorato leghista e di destra diverso è il caso di Roma dove la voglia di cambiamento è stata trasversale. Un fronte anti-Renzi? «Per ora vedo soprattutto una tripolarizzazione anch'essa asimmetrica - è la tesi di Risso - i due poli rappresentati dal centrodestra e dal centrosinistra che continuano a combattersi e il terzo polo che se ne avvantaggia. Più che un blocco anti-Renzi vedo una partita a tre con due giocatori che si fronteggiano e un terzo che corre da solo».
Il gioco degli apparentamenti non sembra aver inciso. A Milano, dove il fotofinish era largamente annunciato, Sala e Parisi, divisi al primo turno da soli 5 mila preferenze, avevano raccolto circa l'83% dei voti. Gli ex elettori grillini si sono divisi in 3 gruppi di dimensioni più o meno identiche. Il primo è rimasto a casa. Il secondo ha seguito le indicazioni filtrate dalla Casaleggio & associati: convergere su Parisi in funzione anti-dem. Il terzo ha votato Sala «più affidabile».

Il caso-Roma è il più eclatante. L'affluenza in calo - al di là del limite fisiologico tipico del secondo turno - aveva generato un certo ottimismo tra i sostenitori di Giachetti. L'assenteismo prima di ieri aveva infatti penalizzato i partiti del centrodestra, meno strutturati. A maggior ragione avrebbe dovuto danneggiare l'elettorato grillino, volatile per definizione. Invece è arrivata la valanga Raggi. Un terzo degli elettori ha disertato i seggi perché ormai sfiduciato dalla politica. Un solco che si sta allargando. Un altro 25% s' è tenuto lontano non riconoscendosi in nessuno dei candidati. Scelta prevedibile visto che dal ballottaggio sono rimasti fuori Giorgia Meloni e Alfio Marchini che avevano raccolto circa 400 mila voti (il 31% circa)
VOTO ANTI-SISTEMA
Tutto ancora da analizzare rimane il voto nelle altre 20 città capoluogo, prime fra tutte Bologna e Napoli. La prima ha confermato che l'asse Lega-M5S è a senso unico. Che i grillini beneficiano cioè del vento contrario al governo ma non sono disposti a loro volta ricambiare l'appoggio.Un caso a parte Napoli. Il sindaco uscente De Magistris ha raccolto le istanze anti-Renzi e anti sistema portando avanti una campagna elettorale di lotta e di governo. Risultato: dopo la Valente è finito all'angolo anche Gianni Lettieri, l'alfiere del centrodestra. Da scorporare resterà il voto dei delusi del pd rimasti fuori dal ballottaggio e divisi fra loro. Se ne occuperà il commissario nominato da Renzi. Buon lavoro.

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