Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.577



Data: 21/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Il voto in Abruzzo - Il Pd guarda alle prossime sfide. Il centrodestra? Non pervenuto. Archiviati i ballottaggi si pensa già alle comunali del 2017 (L’Aquila, Avezzano, S. Salvo e Ortona). Forza Italia fa il conto degli errori a Lanciano e Sulmona. Il Movimento 5 Stelle cerca la sua strada

PESCARA Il Pd passa agli ottavi, il centrodestra non tocca palla e torna a casa, i cinquestelle sperano nel ripescaggio. Si è concluso così il girone delle comunali del 5 e 19 giugno: tre vittorie dei democratrici ai ballottaggi (Vasto, Lanciano, Roseto) più quella già messa in cascina a Francavilla con Antonio Luciani; la sonora e non sempre scontata sconfitta di Forza Italia; l’affermazione a Sulmona di una outsider come Annamaria Casini, che è anche affermazione personale di Andrea Gerosolimo, leader di una corrente del civismo abruzzese che faceva capo ad Abruzzo civico e oggi a Mca, il Movimento civico abruzzese, creatura dell’ex direttore del Tg1 Giulio Borrelli. Il Pd guadagna un comune e ne conferma tre (nel quinto, Sulmona, il partito di Renzi si è dissolto), e induce l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci a ricordare, da ex segretario regionale del Pd, la vittoria delle amministrative 2011, quando con la riconquista di alcune città, dopo gli anni bui seguiti alle disavventure giudiziarie del 2008, «il Pd ha cominciato a vincere le regionali del 2014, perché è nei comuni che si gettano le basi per il governo della Regione e per la formazione della nuova classe dirigente». E infatti, mentre i sindaci eletti hanno già la testa nei dossier dei comuni, la politica guarda avanti. Certamente alle regionali del 2019, ma prima ancora al prossimo girone: alle comunali del 2017, quando andranno al voto comuni importanti come L’Aquila (per il quale si sta scaldando il vicepresidente della giunta regionale Giovanni Lolli), Avezzano, Ortona, San Salvo, Spoltore. In previsione di quell’appuntamento, può essere utile rivedere alla moviola alcuni fatti di questa tornata elettorale. 1) Le facce nuove funzionano meglio dei vecchi attrezzi della politica. A Vasto il giovane pd Francesco Menna ha vinto contro un vecchio esponente della destra abruzzese e vastese come Massimo Desiati, che quindici anni fa era già in giunta regionale nel governo di Giovanni Pace e ancora prima, nel 1980, varcava da consigliere i portoni della Provincia di Chieti. Desiati ha perso bene, per poche decine di voti, ma solo perché il Pd a Vasto si è presentato con una crisi interna in corso, mentre il candidato delle liste civiche, Laudazi (Mca), non gradendo il rifiuto di Menna all’apparentamento, ha dato indicazioni di votare Desiati. Anche a Sulmona gli elettori hanno preferito un volto nuovo come Annamaria Casini a un vecchio notabile come Bruno Di Masci, che sedici anni prima già sedeva sulla poltrona che oggi è della Casini. La vicenda Di Masci porta a una seconda conclusione. 2) Apparentarsi è una decisione altamente rischiosa. Domenica scorsa Di Masci si è presentato apparentato con la candidata Elisabetta Bianchi (Forza Italia), mentre a Lanciano il forzista Errico D’Amico era apparentato all’altra candidata Tonia Paolucci. Sia Di Masci che D’Amico hanno perso. Per due ragioni: l’apparentamento confonde l’elettorato e demotiva quei candidati che con l’accordo rischiano di non entrare in consiglio e dunque non hanno interesse a fare campagna elettorale. Questa regola ha un corollario. 3) Se proprio vuoi apparentarti, scegli bene con chi farlo. E’ la storia di D’Amico, a Lanciano, che apparentandosi alla Paolucci si è portato sulla scheda anche il simbolo di estrema destra CasaPound, sollevando un vespaio di polemiche che certamente non ha fatto guadagnare voti a D’Amico. Più saggio il candidato vincente a Roseto, Sabatino Di Girolamo, che ha evitato di apparentarsi ma si è assicurato l’appoggio di alcune componenti civiche escluse dal secondo turno. Resta da dire del Movimento 5 Stelle che dove si è presentato con candidati credibili si è battuto bene. A Vasto, per usare una terminologia della vecchia politica, è il secondo partito con oltre il 13% dei voti al primo turno, mentre la candidata Ludovica Cieri ha fatto anche meglio della lista con il 20,24%. A Penne ha sfiorato la vittoria con Luca Falconetti. Il resto è poca cosa. Ci sarà tempo per crescere.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it