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Pescara, 25/07/2024
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Data: 23/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Il direttore della Motorizzazione condannato per falso ideologico. Avrebbe rilasciato certificati di revisione di bus e camion senza avere usato l’opacimetro

Il tribunale infligge 16 mesi a Massaro ma lo assolve dalla più grave accusa di abuso d’ufficio

TERAMO Era finito a processo con le accuse di falso ideologico e abuso d'ufficio nell'ambito di un’inchiesta della procura di Teramo su presunte false revisioni di autobus e camion. Accuse che nell’ottobre del 2013 costarono a Giancarlo Massaro, direttore della motorizzazione civile di Teramo, la sospensione per due mesi dal servizio e che questa mattina hanno visto i giudici condannare il dirigente ad un anno e quattro mesi, ma solo per l’accusa di falso. Massaro è stato infatti assolto dall’accusa di abuso d’ufficio, reato per il quale lo stesso pm Davide Rosati, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto l'assoluzione. Che non ci fosse l’abuso ne era convinto, nella fase delle indagini preliminari, anche il gip Domenico Canosa, che nel provvedimento di sospensione di due mesi dal servizio, firmato nel 2013, non aveva riconosciuto la sussistenza di tale reato, sostenendo che non fosse stata ravvisata l'intenzione del dirigente di avvantaggiare l'altra parte, cioè le aziende proprietarie dei bus e dei camion. Per Massaro, difeso dall’avvocato Federica Benguardato, i giudici hanno disposto anche la sospensione della pena e la non menzione nel casellario giudiziale. Inoltre, l’assoluzione dall’accusa di abuso d’ufficio eviterà al dirigente della Motorizzazine anche eventuali sanzioni disciplinari da parte dell’amministrazione di cui è dipendente. A far partire le indagini, nel 2013, erano state le segnalazioni di alcuni cittadini residenti vicino al deposito dell'Arpa, che avevano denunciato i cattivi odori legati al costante via vai di mezzi. Da qui l'avvio di tutta una serie di controlli che avrebbero permesso di accertare come presso la motorizzazione molti autobus venissero revisionati senza utilizzare l'opacimetro, strumento ritenuto necessario per verificare l'emissione dei fumi. Un utilizo che invece compariva nei documenti rilasciati dalla motorizzazione e di qui è scattata la condanna per falso ideologico. Nel corso della requisitoria il pm Davide Rosati aveva chiesto per Massaro la condanna a tre anni. «Non ho mai favorito nessuno e nel fare le revisioni a bus e camion ho applicato una prassi consolidata dal 1999»: così si era difeso Massaro davanti ai giudici in una delle udienze del processo che si è concluso ieri. Il tribunale – presieduto da Giovanni Spinosa – depositerà le motivazioni della sentemza entro 90 giorni; un avola rese note il difensore di Massaro presenterà probabilmente ricorso in appello.

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