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Data: 23/06/2016
Testata giornalistica: Mapero'
La Leopolda de’ noantri di Lilli Mandara

Bisogna darsi da fare, per fare i primi della classe. Imitare il maestro, intanto. Poi mandargli i fiori (o le lettere) a casa, per ingraziarselo. E così in Abruzzo Luciano D’Alfonso si inventa la Fonderia, che fa un po’ il verso alla Leopolda (ma solo il verso, anzi un belato), e si atteggia a laboratorio di idee.

Così, nella presentazione, la Regione Abruzzo spiega che la Fonderia si terrà a Civitella ai primi di luglio ed è un evento “sulla capacity building del Sistema Regione Abruzzo che vedrà la partecipazione di Istituzioni, esperti e stakeholders regionali. Una giornata di riflessione per immaginare funzione, collocazione ed identità dell’Abruzzo e delle politiche che andranno a comporre l’Agenda Abruzzo 2019, per mettere la nostra Regione al passo degli obiettivi della Strategia Europea”.

E giù con gli inviti. Ci saranno tavoli, come alla Leopolda, dove chi vorrà potrà presentare idee e progetti agli uomini e alle donne dello staff dalfonsiano. Che cosa ci faranno non è dato sapere. Ma intanto la Fonderia va.

Il nome trasuda dalfonsismo da tutte le parti, d’altronde la fusione è una delle tecnologie di lavorazione tra le più antiche e i primi utensili rinvenuti, ottenuti tramite fonderia, risalgono al 4000 a.C. Quindi D’Alfonso ci sta proprio a suo agio.
La Fonderia evoca Marcinelle, la miniera il fuoco la fatica il sacrificio e insomma, la Leopolda è lontana mille miglia. Anche perchè, se la vogliamo dire tutta, il linguaggio di Renzi è diretto immediato semplice. E invece solo a leggerla, la presentazione della Fonderia, dalle capacity building agli stakeholders, c’è da credere che la maggior parte dei sindaci dell’entroterra teramano dovranno assoldare gli interpreti.

E poi ci sono le lettere: in linea con la politica dell’ingraziamento di Matteo Renzi, è quella della presidente del Teatro stabile abruzzese Nathalie Dompè. Nella missiva, indirizzata guarda un po’ proprio a Renzi e a D’Alfonso e diligentemente diffusa a tutti i giornali, la giovane rampolla dell’industriale farmaceutico si schiera per il sì alla riforma costituzionale, come se fosse una influencer o una raffinata intellettuale. E’ la prima di una lunga serie, e la sua lettera fa parte di una precisa strategia dalfonsiana: alzare un assist abruzzese per Renzi, fargli piovere sul tavolo decine di lettere e fargli credere che Dalfy riesce a smuovere le montagne e a procurargli consensi anche da questo angolo dell’Abruzzo (poi dopo la portavoce del ministro degli esteri russo Maria Zakharova, la Dompè fa sempre effetto).

ps: la contropartita, a 24 mesi: Politiche, naturalmente.

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