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Pescara, 25/07/2024
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Data: 23/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Il Pm chiede il processo per Alessandrini. Il sindaco e Del Vecchio accusati di omissione. «Ma la salute dei pescaresi non è mai stata in pericolo»

PESCARA «Io ho sempre agito in buona fede». Così dice il sindaco Pd Marco Alessandrini sul caso dell’ordinanza di divieto di balneazione retrodata: il documento porta la data di sabato 1° agosto 2015, due giorni dopo una maxi rottura della fogna in via Raiale, anche se, come è emerso dalle intercettazioni e come ha rivelato in procura lo stesso Alessandrini, è stato redatto il successivo 3 agosto solo per frenare le polemiche politiche. Adesso, la procura chiede il rinvio a giudizio di Alessandrini, del vice sindaco Pd Enzo Del Vecchio e del dirigente Tommaso Vespasiano per il reato di omissione in atti d’ufficio. Ma Alessandrini va avanti: difende la sua amministrazione e rivendica il lavoro fatto per trovare gli scarichi abusivi. «L’esperienza è maestra di vita», dice adesso: una frase che sembra quasi il modo di sottolineare e promettere che lo stesso errore non si ripeterà più. Sindaco, che cosa è successo quasi un anno fa? «Prima di parlare di un anno fa bisognerebbe capire come si è arrivati a un anno fa e, quindi, fare un breve racconto a partire almeno dagli ultimi 15 anni». Rifarebbe le stesse cose alla luce dei fatti accaduti? «Si può sempre fare meglio: l’esperienza è maestra di vita e tutto quello che è accaduto finora non sfugge a questa regola». Lei è finito nella bufera per un’ordinanza: c’è chi la vede come una scivolata fisiologica e chi come un atto in malafede. Lei che cosa ne pensa? «Io ho sempre agito in buona fede. Mi sono assunto le responsabilità di una mancanza nel sistema interno di comunicazione fra le strutture tecniche dell’ente, ma con la consapevolezza che la salute pubblica non è mai stata in discussione». Per il caso dell’ordinanza fantasma, centrodestra e M5S sostengono che Alessandrini non è più credibile sia sul mare sia su ogni altra questione aperta della città: come risponde? «Sono tranquillo perché rivendico il lavoro che come amministrazione abbiamo posto in essere durante questo anno per risolvere un problema antico, quello della qualità delle acque del mare che è legata alla qualità delle acque del fiume: da sindaco rispondo ai problemi affrontandoli e non denunciandoli o ingigantendoli». È passato quasi un anno e i divieti di balneazione raccontano che il mare di Pescara è ancora un nodo irrisolto: è cambiato qualcosa? «Sì, ora c’è un’amministrazione trasparente che parla apertamente di questo problema e che lavora per risolverlo coinvolgendo una vasta filiera istituzionale visto che il malato fiume Pescara attraversa tre province d’Abruzzo e che, nella nostra città, sfocia con un “bagaglio pesante” che raccoglie lungo i suoi 152 chilometri. Nel corso dell’ultimo anno, abbiamo messo in pratica ogni azione possibile lungo il tratto fluviale del territorio comunale. Abbiamo disposto analisi per monitorare i flussi durante l’intero autunno e inverno tramite un protocollo con Arta e capitaneria di porto; abbiamo mappato gli scarichi civili e industriali; abbiamo denunciato e tappato più scarichi possibili, impiegando anche la polizia municipale e personale comunale per la ricerca e la verifica: cito gli interventi su via Gran Sasso, quello presso il rimessaggio Enjoy River, quelli emersi nel corso dei lavori del Ponte Nuovo, quelli su fosso Vallelunga e su fosso Acquaviva e ponte della Libertà. Abbiamo spinto ogni giorno per il completamento dei lavori del Dk15, questa strana sigla descrive il tubo che ora corre lungo entrambe le sponde del fiume in cui vengono raccolti gli scarichi abusivi e convogliati al depuratore». Lei dice che la sua giunta è la prima ad aver avviato lavori antinquinamento del fiume: quando si vedranno i risultati? «Molti interventi sono operativi, solo una piccola parte del nostro litorale è vietata alla balneazione. Bisogna migliorare e consolidare questo fronte: per risolvere servono interventi strutturali. Sono già programmate e finanziate azioni volte al potenziamento del sistema dei depuratori: Pescara avrebbe bisogno di un nuovo depuratore. Occorre, poi, separare le acque bianche dalle acque nere perché oggi le acque piovane e di fogna sono canalizzate nella stessa conduttura. Serve un’attenzione diffusa all’ambiente, tanto da parte istituzionale che imprenditoriale e civile». Ma lei quest’estate se lo farà il bagno? «Certo, come sempre. Come ogni anno».

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