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Pescara, 25/07/2024
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Data: 24/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Tutti contro Alessandrini: si dimetta. Diventa virale la polemica sul sindaco indagato. Vacca (M5S): l’inquinamento colpa della politica

PESCARA «Io non voglio parlare dell’attuale sindaco Alessandrini: poveraccio, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa». Torna virale, ancora una volta su Facebook, la polemica sul mare sporco di Pescara e sulla richiesta di rinvio a giudizio della procura per i vertici dell’amministrazione Pd sul caso dell’ordinanza fantasma risalente al 2015. Con l’altalena dei dati sulla qualità del mare, il deputato M5S Gianluca Vacca attacca i politici che si sono alternati alla guida di Pescara e dell’Abruzzo: «Secondo voi», scrive sulla sua pagina, «i partiti che si sono susseguiti alla guida di Pescara e dell’Abruzzo negli ultimi vent’anni, di qualsiasi colore siano, avranno qualche responsabilità politica?». Poi, Vacca cita anche il governatore Pd Luciano D’Alfonso: «E il presidentello D’Alfonso, dal 1995 ai vertici istituzionali locali, per 10 anni presidente di provincia e per 6 sindaco di Pescara, da 2 governatore, ne avrà qualcuna di responsabilità politica? Datevi una risposta, e poi immaginate come sarebbero Pescara e l’Abruzzo senza questi personaggi». Anche il consigliere regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri coglie l’occasione per tornare a chiedere le dimissioni del sindaco Pd Marco Alessandrini con un manifesto con la faccia di Alessandrini e la scritta: «Hai mentito ai cittadini, hai dichiarato il falso. Dimettiti», recita la locandina pubblicata su Facebook. Interviene anche il consigliere Carlo Masci: su Facebook, Masci rilancia un articolo del Centro sulla richiesta di processo per il sindaco e per il vice Enzo Del Vecchio e aggiunge: «Con omissioni e falsi hanno distrutto Pescara». L’indagine ruota intorno al divieto di balneazione fantasma: dopo una rottura della fogna in via Raiale la sera del 28 luglio 2015 con un maxi sversamento di liquami nel fiume, il Comune non ha emesso il divieto di balneazione. L’ordinanza, come emerso dalle intercettazioni telefoniche e dalla rivelazione del sindaco durante l’interrogatorio, è stata stilata il 3 agosto ma con la data del 1°: un modo per tenere a freno le polemiche politiche scoppiate intorno al caso del mare sporco. Quell’ordinanza, che avrebbe dovuto mettere l’amministrazione al riparo delle critiche, è diventata poi l’asse delle polemiche. Ora, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Alessandrini, Del Vecchio e per il dirigente comunale Tommaso Vespasiano: il reato contestato è omissione in atti d’ufficio. Il reato di falso, contestato durante le indagini preliminari per la data cambiata, è già caduto.

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