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Pescara, 25/07/2024
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Data: 24/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Razzi contro tutti, ora tocca a Febbo

L'AQUILA Ride sotto i baffi che gli fa Pagano («di tutte le forge e misure: a spazzolino, chevron, a pennetta») e del tavolino a cui sarà seduto domani il coordinamento regionale di Forza Italia. Il senatore Antonio Razzi lancia strali contro tutto e tutti dopo la débâcle elettorale e lo fa con la solita forma e linguaggio colorito, tanto da ingenerare in Mauro Febbo (l'ultimo dei suoi obiettivi, «giunto anch'egli alla frutta. Politico di lungo corso scrive il parlamentare abruzzese sul cui groppone pesano responsabilità politiche di non poco conto») il dubbio che «a rilasciare certe dichiarazioni sia Crozza che imita Razzi». L'effetto del senatore è dirompente, ma in senso opposto; perché non solo i vertici regionali non ci pensano a dimettersi (come chiesto da Razzi), ma per la prima volta dopo anni da separati in casa, decidono di tornare a confrontarsi. «Plaudo all'iniziativa di Pagano - commenta Febbo - per analizzare il voto di queste amministrative. Bisogna ripartire dal confronto per prepararsi alle elezioni del 2017 che vedranno piazze importanti in ballo: dall'Aquila ad Ortona, passando per San Salvo».
Di Razzi e dell'attacco frontale che gli ha rivolto, Febbo preferisce non parlare più di tanto: «Prendo comunque atto di non essere gradito all'ex rappresentante del partito di Di Pietro e questo sinceramente non può che farmi piacere visto che di Antonio Razzi ho la più totale disistima. Gli rivolgo però un semplice invito: abbandoni il paese delle meraviglie e torni alla realtà lasciando le citazioni teatrali agli attori di professione. Se poi ha intenzione di iniziare quella carriera professionale credo che non sia alla sua portata e intelligenza».
LA LEADERSHIP PERDUTAForza Italia, d'altronde, ha altro a cui pensare: domani in via Raffaello a Pescara si guarderà in faccia dopo quasi due anni di silenzio (un solo congresso nel 2015): c'è da recuperare la leadership politica, sia di maggioranza che di opposizione. «In Abruzzo abbiamo dimostrato di essere l'unica vera alternativa al Pd, perché il Movimento 5 Stelle è inesistente - continua Febbo - e i risultati del primo turno hanno mostrato un centrodestra vivo». Uno sforzo vanificato dalle urne del 19 giugno: «Gli errori più grossi sono stati commessi a Roseto, dove abbiamo permesso al centrosinistra di ricompattarsi; a Sulmona dove addirittura ci siamo apparentati con il Pd e dove, sostanzialmente, non si è stati capaci di guidare una coalizione alternativa; ed evidentemente qualcosa non ha funzionato a Lanciano, dove contavamo di vincere. Dobbiamo rilanciare il tema delle primarie - aggiunge il consigliere regionale - perché a Vasto hanno funzionato bene: la sconfitta è stata per soli 121 voti». Razzi domani a Pescara non ci sarà, ovviamente: «D'altronde è stato sempre assente» conclude Febbo.

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