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Pescara, 25/07/2024
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Data: 25/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
La Brexit divide gli italiani: il 53% non farebbe come gli inglesi

ROMA Gli italiani sono spaccati quasi a metà sulla scelta dei britannici di uscire dall'Unione Europea con una leggera prevalenza di chi considera che abbiano fatto male a votare leave al referendum. Più compatti sulla volontà che l'Italia resti in Europa: il 53% dice no a un'uscita dalla Ue. Politicamente invece, se il Pd resta il partito più europeista e la LegaNord quello più euroscettico, sorprende l'elettorato del M5S, diviso tra la (presunta) svolta di Beppe Grillo e la tradizionale linea anti Unione.
Queste le reazioni a caldo egli italiani registrate ieri subito dopo il risultato del referendum britannico, in un sondaggio esclusivo SWG per il Messaggero. Per il 43% degli italiani, infatti, «i cittadini britannici hanno fatto male a votare per l'uscita dall'Europa» mentre quelli che approvano la scelta sono il 40%. Spaccati, appunto. In Italia, al contrario della Gran Bretagna dove il voto giovane è stato prevalente per il remain mentre gli anziani hanno votato per il leave, coloro che condannano la decisione britannica sono gli ultra cinquantacinquenni con il 49% seguiti dai più giovani, quelli dal 18 ai 34 anni (44%), mentre quelli che meno condannano la scelta britannica sono quelli dai 35-54 anni, il 41%. Pari a quelli che approvano tout court la scelta di andare via, esattamente un altro 41% e che fanno di questa fascia quella più fredda verso l'Unione europea.
La divisione politica del campione vede come partito più euroconvinto il Pd, addirittura con il 71% contro appena il 22% degli elettori che benedice la scelta britannica, seguito dal Forza Italia, con il 52% contro l'addio del Regno Unito e il 41% favorevole.
ELETTORATI DIVISIL'elettorato della LegaNord è favorevole alla scelta di Londra al 67% contro appena il 18% dei contrari. E anche l'elettorato grillino è in maggioranza con la posizione britannica, il 49% contro il 32% in disaccordo.
Un fatto politico importante che come spiega Enzo Risso, direttore scientifico di SWG, «segnala una discrasia tra la nuova posizione assunta da Beppe Grillo che ha scaricato i suoi alleati britannici antieuropeisti e il suo elettorato più sensibile all'uscita dall'Europa». Un fatto che potrebbe pesare nel futuro consenso M5S. «Se il tema diventa uno dei principali dell'agenda politica, la posizione di Grillo diversa dal suo elettorato potrebbe portare a un dialogo tra LegaNorD ed elettorato M5s e anche a una fuga di una parte di elettori M5s verso la LegaNord».
Gli italiani però, con una netta maggioranza bocciano un percorso simile a quello della Gran Bretagna (53% contro il 39%) anche solo come minaccia per ottenere maggiori concessioni e questo nonostante la fiducia che hanno nei confronti dell'Unione si è ridota al lumicino.
Tra chi ha poca fiducia (46%), e per niente fiducia (16%) a non credere in questa Europa è il 62% degli italiani contro il 38% che continua ad averla, diviso tra chi ne ha abbastanza (33%) e chi molta (appena il 5%). Gli italiani, continua Risso, «sono in maggioranza favorevoli a restare in Europa ma vogliono che questa cambi. Oggi oltre il 60% ritiene che sia un'unione di élite più che di popoli e vuole invece una Europa 2.0, più solidale. Per questo se il partito di riferimento degli euroscettici è la LegaNord, allo stesso tempo, questo tema può favorire una ripresa da parte del Pd che ha una carta importante da giocarsi se riuscirà a guidare una riforma dell'europeismo in chiave solidale, che è quello che davvero vogliono gli italiani».

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