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Pescara, 25/07/2024
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Data: 26/06/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Gatti: «Forza Italia è finita. Il centrodestra va ricostruito. Io candidato governatore? Se me lo chiederanno....». Poi un invito a Mariani: «Lascia il Pd»

TERAMO Sembra prendere le distanze dalle vicende politiche del Comune di Teramo, Paolo Gatti, vicepresidente del consiglio regionale e leader di Futuro In, ma non certo dalle attività propedeutiche a una eventuale campagna elettorale. E così dalla sua mobilitazione per il No al referendum costituzionale, fino alla costruzione di un nuovo centrodestra, per poi passare agli accordi con i leader degli altri schieramenti, Gatti inizia a delineare gli scenari del prossimo futuro in questa intervista. Cosa cambierà negli scenari politici abruzzesi col referendum costituzionale? Perché tutti attendono questa tappa? «Se vince il No significherà che i cittadini abruzzesi potranno conservare la possibilità di eleggere direttamente 7 senatori. Se vince il Si significherà per l'Abruzzo avere due senatori che verranno individuati dal Pd regionale che è al governo e quindi piegare il Senato a un dopolavoro postale partitocratizzato». Lei sarà un futuro candidato presidente della Regione? «Io non mi sono mai autocandidato a niente. Spero che la mia esperienza amministrativa, confortata dal gradimento degli elettori e dalla voglia di fare che mi deriva dai miei 41 anni, possa ancora essere utile per servire la comunità a cui appartengo. Ma non sarò io ad autocandidarmi a qualcosa. Sarò disponibile per ciò che occorrerà». Le elezioni di Roseto e la vicenda che ha portato al commissariamento di Tortoreto hanno evidenziato che il centrodestra è in pessimo stato di salute. «Ritengo che siano le municipalità a versare in pessimo stato di salute. A Tortoreto l'aggregazione politica del sindaco era di natura civica e poggiava su figure che non erano riconducibili esclusivamente al centrodestra. Le elezioni di Roseto sono un'altra storia, ma a molti è sfuggito che la nostra coalizione al primo turno è stata la più votata dai rosetani con oltre 5100 voti. Detto questo penso che le crisi politiche si apriranno ancora in altri Comuni poiché il nervosismo palpapile dei consiglieri impossibilitati a dare risposte ai cittadini serpeggia ovunque. Gli ultimi tre governi, diminuendo all'osso i trasferimenti, hanno distrutto le municipalità costrette a bombardare di tasse i cittadini. E così molti rappresentanti preferiscono abbandonare l'esperienza amministrativa. Ho l'impressione che presto vedremo cadere ancora altri Comuni». Succederà anche a Teramo? «Succederà in molti posti». Ha ancora senso parlare di Forza Italia? Proseguirà la sua esperienza amministrativa sotto questo vessillo politico? «Non ha senso adesso parlare del partito di Forza Italia. Ha senso parlare di centrodestra e io certamente mi colloco da sempre in quest'ambito. È per questo che il mio contributo è finalizzato a una rigenerazione e a una riedificazione di un centrodestra che sia serio e credibile». Insieme a Mauro Di Dalmazio e al movimento "Idea" fondato da Quagliariello? «Sicuramente con Di Dalmazio faremo un percorso insieme. In questo momento, pur facendo considerazioni non dissimili, a Teramo abbiamo fatto valutazioni diverse. Ma è assolutamente una parentesi e le nostre strade si ricongiungeranno necessariamente». Paolo Tancredi è un interlocutore del centro-destra o lo colloca altrove? «Al momento sul territorio lo è anche se abbiamo posizioni diverse sul referendum costituzionale. Mi auguro che possa rivedere la sua posizione e spero che il referendum non tiri giù una serranda perché faccio fatica a vederlo nel centrosinistra». Rudy Di Stefano, persona di sua fiducia, ha accarezzato l'ipotesi di un grande centro bipartisan e manifestato apprezzamento per un eventuale accordo politico con Sandro Mariani del Pd per le amministrative di Teramo. Lei condivide? «È una cosa di cui non abbiamo parlato. Prendo atto che Mariani sta nel Pd e questo rende difficile fare sintesi. Quando capirà che sta nel partito sbagliato sarà una buona notizia. Non mi pare che il Pd regionale stia trattando bene Mariani che viene usato come scudo dal suo partito per giustificare i disastri che sta facendo nella sanità e non solo. Quando Mariani capirà che sta dalle parte sbagliata ci parlerò più volentieri». È un invito? «È solo un dato di fatto. Parlerò con tutti quelli che vorranno lasciare il Pd, e parlo tuttora anche con chi è nel Pd. Queste barriere ideologiche non hanno senso e devono cadere. Ha senso ricostruire il centrodestra perché anche le ultime elezioni amministrative hanno dimostrato che i cittadini sono andati alle urne per votare contro Renzi e laddove la coalizione è stata compatta e ha proposto persone serie ha tenuto. Laddove gli elettori hanno visto un centrodestra diviso e ridicolo hanno votato i grillini e pedagogicamente non è stato sbagliato».

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