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Pescara, 25/07/2024
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Data: 27/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Privatizzazioni in bilico il Tesoro decide su Enav

ROMA Il governo italiano guarda con attenzione a quanto avviene sui mercati finanziari per più di un motivo. C'è la preoccupazione per il possibile allargarsi dello spread tra Btp e Bund, anche se già da mesi il calendario delle emissioni era stato messo a punto con l'obiettivo di minimizzare l'impatto del voto inglese. Ma c'è anche il dossier privatizzazioni. Nelle prossime ore si deciderà se spostare ulteriormente in avanti l'avvio dell'operazione Enav, la società controllata al 100% dal Mef. Il pre-marketing è iniziato 5 giorni fa e, secondo uno studio di Mediobanca riservato agli investitori il suo valore viene stimato tra i 2 e i 2,5 miliardi. Il governo punta a cedere una quota del 49%, questo dovrebbe portare dunque alle casse dello Stato circa 1 miliardo di euro. Il piano per la discesa in Borsa aveva previsto una certa volatilità dei mercati in occasione del referendum, fatto che aveva determinato lo spostamento dell'Ipo da fine di giugno a metà luglio.
Enav «è un asset di tipo infrastrutturale e si vende molto bene anche in momenti di volatilità» aveva detto Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministero dell'Economia, prima del referendum. Tuttavia, nonostante il generale sfoggio di britannico aplomb da parte di tutti i soggetti interessati, è alquanto incontrovertibile che il successo del leave sia un evento avverso che le borse dovranno metabolizzare. In quanto tempo? Questa è la domanda alla quale nessuno può rispondere. Soprattutto bisogna capire cosa decideranno di fare i gestori dei grandi fondi istituzionali nelle prossime 48 ore. Se decideranno di lasciare momentaneamente il banco, chiudendo le loro posizioni sul mercato primario causa volatilità, l'Ipo Enav potrebbe subire una battuta d'arresto. E questo a sua volta seminerebbe qualche dubbio sull'effettiva realizzabilità del piano, su cui l'esecutivo conta per la fondamentale riduzione del rapporto debito/Pil.
IL PROGRAMMAL'altro piatto forte del programma di privatizzazioni del governo è la cessione di un ulteriore 29,7 per cento di Poste programmata per l'autunno eventualmente in più tranches. Una flessibilità già ipotizzata ma diventata ora strategica. Fuori zona pericolo, la privatizzazione di Fs, il cui orizzonte viaggia fra il 2017 e il 2018 tanto più che la società controllata al 100% dal Ministero dell'Economia sarà prima interessata dall' operazione di fusione con Anas. Eni, Enel e Terna, infine, sono state blindate dallo stesso premier: «Non intendiamo scendere ulteriormente» ha detto Matteo Renzi proprio nel giorno del voto britannico.


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