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Pescara, 25/07/2024
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Data: 29/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Partecipate in rosso Soldi a Saga e Ciapi. Il Cotir dietro l'angolo

L'AQUILA Il pellegrinaggio dei dipendenti del Ciapi è finito ieri dopo oltre un anno di presidio in consiglio regionale: gli 850mila euro assegnati alla Fondazione di Chieti che si occupa, o meglio si occupava, di formazione serviranno se non altro ad arrivare a fine anno e a dare alla Regione tempo e modo di pensare una soluzione alternativa. Che, secondo il consigliere Camillo D'Alessandro, dovrà essere quella dello scioglimento e della ricollocazione dei dipendenti che non rientreranno nei pensionamenti. Mancano i presupposti giuridici - avverte il direttore del Ciapi, Paolo Cacciagrano - restiamo convinti che la Regione debba rilanciare il ruolo del suo unico ente di formazione. Con il Ciapi è stato liquidato ieri, anche per quest'anno, il contributo per la Saga, la società che gestisce l'aeroporto Liberi: 4 milioni di euro che si aggiungono ai 10 sborsati negli ultimi due anni. Ma la questua all'Emiciclo è tutt'altro che finita e non è un caso che quelli del Ciapi si sono dati ieri la staffetta con quelli del Cotir, un'altra delle 37 partecipate della Regione che non naviga in buone acque.
MANO IN CASSA
La Regione si appresta a rimettere nuovamente mano alle casse per coprire debiti, salvare lavoratori, dare ossigeno a enti e società che non riescono a sostenersi. Con il Cotir, ci sono da sistemare infatti gli altri due centri di ricerca, il Crab e il Crivea, e poi la Tua (la società di trasporto pubblico) e ancora, prima o poi, busserà nuovamente cassa (se resterà senza commesse) Abruzzo Engineering (che già ha avuto 4 milioni di euro), le tre Adsu (le università) e le cinque Ater. Un pozzo senza fine, insomma, che rende ogni anno problematico far quadrare i conti. La prossima settimana, ad esempio, dovrebbero arrivare un altro paio di emendamenti: 4 milioni di euro per Tua e 1 milione di euro per i centri di ricerca. L'emendamento per Saga e Ciapi, poi, è stato inserito ieri in un'altra legge la cui portata economica è potenzialmente notevole, quanto sconosciuta. Si tratta di una norma che incentiva infatti la fusione dei Comuni sotto i cinquemila abitanti, prevedendo un contributo una tantum di 100mila euro e poi per dieci anni consecutivi, al fine di ridurre i tributi locali, un contributo che varia a seconda della portata della fusione (che non è la semplice unione). In particolare avranno 100mila euro l'anno (per dieci anni) chi dopo la fusione si attesta su una popolazione tra i duemila e i tremila abitanti; 160mila euro tra i tremila e i cinquemila; 250mila euro tra i cinquemila e i settemilacinquecento; 350mila euro tra i settemilacinquecento e i diecimila e 500mila euro l'anno (sempre per dieci anni) chi raggiungerà un bacino d'utenza compreso tra i diecimila e i quindicimila abitanti. Insomma ieri la Regione ha opzionato una bella fetta di soldi in bilancio, anche se la legge sulle fusioni, per il momento, sarà riservata ad un massimo di sette Comuni (ovvero di fusioni) di nuova istituzione nel triennio 2016-2018 (comunque con un potenziale di 35 milioni di euro in dieci anni). Se non altro saranno soldi destinati a ridurre le tasse.

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