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Pescara, 25/07/2024
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Data: 29/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cialente indagato per due episodi sospetti

Comincia a chiarirsi la famosa, quanto nebulosa, inchiesta legata pare alla ristrutturazione della sua villa, della Procura sul sindaco Massimo Cialente. A bussare all'ufficio del primo cittadino per notificargli l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, i militari del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle dell'Aquila, su delega del pm Stefano Gallo.
DUE CONTESTAZIONI Il sindaco ha direttamente appreso dal foglio che gli è stato consegnato dagli investigatori che su di lui sono state chiuse le indagini preliminari per il reato ipotizzato di induzione indebita di dare o promettere (art.319 quater del codice di procedura penale). Secondo l'accusa il primo cittadino avrebbe fatto pressioni in due circostante, entrambe registrare dai militari delle Fiamme gialle. La prima nella quale Cialente è indagato per tentata induzione indebita, riguarda presunte pressioni a Egidio Rosati (non indagato) presidente del Consorzio di 17 cooperative e 201 appartamenti a Pettino. Il tutto secondo l'accusa attraverso un atto contrario ai doveri del primo cittadino di esercente di pubblico servizio. Nella seconda contestazione, che riguarda oltre a Cialente anche Fabrizio De Carolis, dirigente del settore Ricostruzione post terremoto, lo stesso primo cittadino, sempre intercettato, sollecita il proprio dirigente a dare il visto per l'ottenimento del Sal alla società Palomar, liquidandola, secondo il pm Gallo, non avendone titolo, visto che non vi erano le condizioni per un importo che supera il milione di euro per evitare che la stessa fallisse, come poi si è verificato.
Subito dopo la visita dei militari delle Fiamme gialle a Palazzo Fibbioni, Cialente ha immediatamente divulgato la notizia sul proprio profilo Facebook. Resta ancora in piedi (anche se a questo punto appare piuttosto scontato lo stralcio per l'archiviazione) con la proroga delle indagini concesse di recente dal Gip, del filone principale nel quale sempre il primo cittadino, insieme all'imprenditore Eliseo Iannini e al bancario Piergiorgio Ruggeri, sono accusati di tentata concussione e corruzione, in ragione di una non precisata attività delittuosa visto che su questa indagine non c'è stata la chiusura delle indagini preliminari. Le uniche carte circolate sono state quelle relative alle due proroghe concesse al pm per dare seguito all'esercizio dell'azione penale rimasta riservata ai soli inquirenti e sulla quale si è molto ipotizzato.
In relazione agli abbattimenti degli immobili a Pettino Cialente ha ricordato «di come da me vennero i cittadini residenti, disperati, li ho guidati per mano esulando dai miei compiti, lo possono testimoniare. Telefonai a Rosati e gli dissi vuoi cominciare con la demolizione!, la vicenda dei 201 appartamenti me la sono ciucciata facendo riunioni pure per fargli fare i riconoscimenti di espropri, li ho seguiti da padre. Tutto il resto lo hanno fatto Rosati e Giulio Natrella (non indagato, anche lui del Consorzio). Poi venne la ditta Palomar per chiedere l'anticipo del Sal, in tanti me lo continuano a chiedere- ha proseguito Cialente- ho chiamato il mio funzionario De Carolis dicendogli di pagare il Sal perché speravo che non fallisse. Tutte le volte che devo dare una mano alla gente, la dò come fa un sindaco. Ho massima fiducia della magistratura».


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