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Pescara, 25/07/2024
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Data: 30/06/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Troppe abitazioni vuote no alla città della rendita» L'ex ministro Barca: «Bene la partenza dei cantieri ma è un errore l'assenza normativa di vincoli»

«Questa deve essere la città dei profitti e dei salari, non della rendita. Non si può vanificare così il più grande investimento italiano». Lo ha detto con grande enfasi Fabrizio Barca, che della ricostruzione ha avuto la delega durante il suo mandato da Ministro per la Coesione territoriale, intervenendo ieri al convegno inserito nell'ambito della Festa nazionale di LiberEtà organizzata dal Sindacato pensionati (Spi) della Cgil fino a domani. Un dibattito sul futuro e le prospettive della città a cui ha preso parte anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. L'analisi più cruda è arrivata proprio da Barca: «Adesso se n'è accorta perfino la comunicazione di massa, qui c'è un enorme cantiere, ma su questo ci avevamo creduto. Il tema è quello dello sviluppo, su cui c'è da lavorare. Girando per le strade, ogni volta vedo che si può entrare in una strada di più. Benissimo, si è felici, si vede un cantiere, un lavoro terminato. Ma vedo anche case vuote, palazzi dove non c'è nessuno, e poi sento raccontare di affitti iperbolici, di studenti che non si preparano a venire a vivere qui. Questa roba non va. Non si è speso per creare posizioni di rendita. C'è un tema sviluppo che non si regolò per legge perché non furono previsti vincoli d'uso, se non quello di rimanere proprietari per dieci anni». Nel corso del dibattito Barca ha allargato il ragionamento. Ha ricordato il suo arrivo in città, «le mitologie positive e negative rivelatesi poi infondate», «la natura a-democratica dei processi decisionali», la «profonda divisione della comunità» e lo «spossessamento delle autonomie locali». «Un modo sbagliato di governare le cose ha aggiunto che però ha prodotto anche un risultato positivo: la gente qui è tornata in casa prima che in altri casi».
La sfida, ora, è quella di popolare la città. I numeri sul lavoro, ribaditi dal segretario provinciale Umberto Trasatti, sono d'altronde drammatici: sono stati persi negli ultimi anni 17 mila posti di lavoro; nel 2009 c'erano 16.330 iscritti al Centro per l'impiego, nel 2015 sono diventati 28 mila. Tra questi ultimi i disoccupati di lunga durata sono passati da 2.126 a 19.287. Un'ecatombe. «Bisogna recuperare il ritardo nella spesa fondi ha chiuso Trasatti -. Ci sono 300 milioni di soldi pubblici che possono muovere un miliardo di investimenti, ma il tempo non è una variabile indipendente».
POCO TEMPOLa Camusso, dal canto suo, ha detto che «il primo sviluppo si chiama ricostruzione, non solo degli edifici, ma anche dell'idea di città: rilanciare l'Università e ripartire dal tessuto industriale e produttivo messo in difficoltà dal sisma. La ricostruzione sociale? Le operazioni fatte, le new town, hanno messo in discussione la comunità. Ogni giorno che passa questo danneggia la prospettiva della ricostruzione, che è in ritardo ed è troppo lenta». Il segretario regionale, Sandro Del Fattore, ha voluto ribadire con forza che «dopo molti ritardi il percorso è stato avviato, ma bisogna accelerare i tempi per un recupero totale delle attività e dello sviluppo economico, per dare una prospettiva».

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