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Pescara, 25/07/2024
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Data: 03/07/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Aeroporto senza risposte, Ryanair in bilico

PESCARA Il limite di tempo posto da mister Ryanair è già scaduto. La compagnia low cost irlandese aveva chiesto al governo italiano di dare una risposta entro giugno alla richiesta di cancellazione dell'aumento delle tasse aeroportuali scattata nel gennaio scorso (2,5 euro in più su ogni ticket). Il premier Renzi in persona aveva assicurato, sino a pochi giorni fa, che l'addizionale sarebbe sparita. Lo stesso impegno è stato assunto più volte in questi mesi dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio, dopo il pressing asfissiante subito dal governatore Luciano D'Alfonso. Il fatto è che giugno se ne è già andato e non è successo niente. Un caso nazionale che non preoccupa solo l'Abruzzo. Gli aeroporti di Alghero, Crotone, Bari e tutti gli altri scali dove i contratti con Ryanair sono in scadenza, vivono lo stesso incubo, l'addio ai collegamenti a basso costo con le grandi capitali europee. Perché su un punto la compagnia low cost è stata chiara: se non cancellate la tassa (tra l'altro destinata a creare uno specifico fondo per sostenere gli esuberi di Alitalia), noi ce ne andiamo. Camillo D'Alessandro, consigliere regionale delegato ai Trasporti, assicura che la risposta tanto attesa dai dicasteri romani arriverà nella prima settimana di luglio. Insomma, potrebbe essere davvero questione di giorni. In realtà la discussione sarebbe ancora aperta per attriti sorti tra il Ministero delle Finanze e quello dei Trasporti. Sembra che il primo abbia chiesto di rinviare la cancellazione della tassa aeroportuale, prendendo così altro tempo, mentre Delrio non vorrebbe perdere la faccia dopo avere assicurato agli irlandesi e ai presidenti delle Regioni interessate che tutto si sarebbe messo a posto prima dell'estate.
LA MATASSA DA SBROGLIARE
Una matassa che a questo punto potrebbe essere sbrogliata solo da un intervento a gamba tesa di Matteo Renzi. Intanto alla Saga, la società che gestisce l'aeroporto d'Abruzzo con i finanziamenti della Regione, si trema anche per un altro motivo non proprio secondario: secondo alcuni analisti, l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue (ancora da formalizzare dopo l'esito del referendum) potrebbe avere pesanti ripercussioni proprio sulle maggiori compagnie low cost, come Ryanair e EasyJet, che si vedrebbero costrette a ricontrattare tariffe e tratte con il ritorno alla sterlina, anche a causa del il venir meno degli attuali vincoli comunitari.

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