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Pescara, 25/07/2024
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Data: 06/07/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Legge più favorevole per le cliniche private: Renzi grazia D’Alfonso

ROMA. Il Consiglio dei ministri dello scorso 30 giugno 2016, tra le altre varie ed eventuali, ha deciso di impugnare una serie di leggi del Molise e di non impugnare la «Legge Regione Abruzzo n. 12 del 02/05/2016 “Modifiche ed integrazioni alla L.R. 31 luglio 2007, n. 32 (Norme regionali in materia di autorizzazione, accreditamento istituzionale e accordi contrattuali delle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private) e successive modifiche ed integrazioni».

Si tratta di una delle leggi che ha fatto maggiormente discutere e che riguarda “la Bibbia” della sanità, cioè la legge che dal 2007 regola (o dovrebbe regolare) anche i rapporti tra il pubblico (la Regione) ed i privati (le cliniche).
La prima curiosità, però, emerge proprio dal comunicato stampa del Consiglio dei ministri perchè la data di approvazione della legge regionale non impugnata non corrisponde.
Infatti la legge 12 che modifica la 32 del 2007 è stata approvata dal consiglio regionale il 5 aprile 2016 (non il 2 maggio) ma a parte questo la decisione appare molto importante sotto il punto di vista della legittimazione politica ed il filo rosso che collega sempre più il Pd abruzzese con quello al governo.
Non impugnare quella legge significa in qualche modo legittimare molta parte del lavoro svolto da commissario straordinario (D’Alfonso) e dall’assessore regionale alla sanità (Silvio Paolucci). Legittimazione avvenuta anche ufficialmente nell’ultima visita del premier in Abruzzo che ha chiaramente detto che l’Abruzzo sarebbe uscito a breve dal commissariamento.
L’uscita non è ancora avvenuta ma tutto fa credere che si stia andando verso quella direzione. Lo testimoniano indizi vari (escludendo ovviamente le sempre imprecise dichiarazioni propagandistiche) anche se non si è ancora capito in che modo siano stati superati i molti problemi emersi nel corso di questi due anni,peraltro mai dichiarati, sviscerati o semplicemente illustrati nè da D’Alfonso nè da Paolucci.
L’ulteriore segnale che arriva da Palazzo Chigi non può non essere che un segnale prettamente politico che esalta “la filiera” più che di merito sul quale sembra essere applicato un metodo più bonario rispetto al passato nella valutazione tecnica e giuridica di atti e leggi regionali
Non che vi fossero irregolarità palesi nella legge non impugnata ma solo ragioni di mera opportunità ad allargare ancora le maglie, per esempio, dei controlli o dei rapporti con i privati che in questi due anni hanno potuto comunque giovare di una politica favorevole.

Insomma visti i recentissimi trascorsi (forse già dimenticati) degli inciampi sanitari e giudiziari forse ci si sarebbe aspettati maggiore ragionevolezza e cautela.

Tra le altre cose la legge che ha superato pianamente il vaglio del governo era quella comparsa in commissione e che aprì uno scontro tra Pd e grillini.

Domenico Pettinari denunciò lo scorso 14 dicembre 2015 (e poi nuovamente a gennaio quando la proposta di legge venne riproposta per poi essere approvata) una serie di emendamenti favorevoli alle cliniche presentati dal presidente della commissione Olivieri di cui lo stesso firmatario non riusciva a dire o spiegare nè il contenuto nè la reale provenienza.

Nella proposta di modifica si concede ai privati la possibilità di sforare il budget e, dunque, di essere rimborsati con soldi pubblici anche per le prestazioni extra budget.
C’è poi il capitolo delle visite ispettive che già è noto sono del tutto insufficienti e scarse: l’attuale Legge Regionale prevede che sia la Direzione Regionale competente per materia a predisporre le visite ispettive presso le strutture private per la verifica del possesso dei requisiti richiesti per l’accredito.
Con la modifica si prevede che questo potere venga gestito direttamente dalla Giunta.
Cioè il presidente D’Alfonso potrà decidere dove e quando mandare visite ispettive…
Modifiche anche per gli ambulatori privati che erogano prestazioni sanitarie e socio – sanitarie: non saranno più costretti, come invece succede oggi, a fare introdurre esclusivamente personale sanitario regolarmente abilitato e iscritto ai rispettivi albi professionali di competenza, trasformando l’obbligatorietà in una possibilità a discapito della tutela della qualità delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie erogate in favore dei cittadini abruzzesi.
Il mistero sull’origine reale delle modifiche rimane mentre ufficialmente si è sempre detto che siano state predisposte dall’ufficio commissariale.

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