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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Statali, riprendono le trattative. Sul contratto bloccato da sette anni fissato incontro al ministero. Ma le risorse restano basse

ROMA Sta per cadere anche l’ultimo ostacolo alla riapertura della stagione contrattuale nella Pubblica Amministrazione, dopo sette anni di stipendi congelati e di forte perdita del potere d’acquisto degli stipendi e con tagli all’occupazione. L’Aran, la faccia del governo nei tavoli negoziali, ha convocato mercoledì prossimo, 13 luglio, i sindacati per la firma dell’accordo sui comparti. Un atto formale ma precondizione per potere passare a parlare di rinnovi. L’Intesa, già delineata ad aprile, infatti riscrive la geografia del pubblico impiego, non più diviso in 11 ma in 4 settori, a cui corrisponderanno altrettanti contratti. Una mappa semplificata quindi, in attuazione di quanto previsto dalla legge Brunetta, ma che crea qualche complicazione tra le organizzazioni dei lavoratori più piccole o per le sigle con deficit di rappresentatività in determinare aree. A breve invece la ministra metterà a punto l’atto di indirizzo, rivolto all’Aran, in cui saranno indicate le direttrici da seguire per i rinnovi: premiare chi ha meno in busta paga e quanti lo meritano. Sul primo punto Madia ha chiarito che non ci saranno soglie nette, possibile quindi che si opti per un meccanismo di distribuzione graduale delle risorse, con un decalage al salire dello stipendio. Un sistema completamente diverso da quello finora seguito, per cui gli aumenti avvenivano in base a una stessa percentuale per tutti e finiva per prendere somme maggiori chi guadagnava di più. Quanto al merito, la materia è spinosa: i sindacati rigettano la divisione in fasce della legge Brunetta, perché penalizzerebbe un quarto dei dipendenti. Per il governo ci sono rigidità da superare ma la differenziazione deve restare. Su tutto resta il nodo delle risorse, ad oggi sono stati stanziati 300mila euro per il triennio 2016-2018, la cifra potrebbe però aumentare con la prossima legge di Stabilità. La partita contratti è quindi solo agli albori e diverse sono le tappe che la scandiranno. Intanto c’è fermento tra i sindacati che devono adeguarsi ai nuovi comparti: funzioni centrali, conoscenza, sanità ed enti locali. Rispetto al precedente quadro, è il settore che ha riunito scuola, università e ricerca a sollevare maggiori problemi. Per continuare ad essere rappresentative (5% in due settori) le sigle sindacali si stanno organizzato e la Uil ha già avviato la fusione in un’unica federazione di due categorie distaccate.

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