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Pescara, 25/07/2024
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Data: 10/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Cialente: L’Aquila deve rinascere sul modello di Trento «Ma c’è una Cupola conservatrice che tenta di isolarmi ma io non mi faccio intimorire, combatto per la mia città»

L’AQUILA In mezzo alle montagne, stesso clima e un legame rinforzato dalla solidarietà post-sisma. Quante analogie tra L’Aquila e Trento! Il sindaco Massimo Cialente vuole che la sua città assomigli al capoluogo del Trentino. Poi cambia scenario e attacca la Cupola aquilana che vuole isolarlo. Sindaco, partiamo dal tema della partecipazione. A Roma il sindaco Raggi sottolinea il ruolo dei cittadini. Il Pd come conta di recuperare il contatto con la gente? «I cittadini della giunta Raggi si accorgeranno presto che saranno chiamati a non essere più cittadini, ma espressione della responsabilità della democrazia elettiva, dalla quale non si sfugge. Parlare di cittadini sembra quasi che uno lo faccia come volontariato. Attenzione, non è così. Se indossi la fascia tricolore non sei più cittadino, sei rappresentante delle istituzioni. Le responsabilità risiedono in due cose: dal concetto di Habermas secondo cui “non c’è democrazia se non c’è vera informazione” che dà una responsabilità enorme a voi giornalisti, che dovete raccontare e spiegare. Voi avete una responsabilità uguale a quella del medico, curate la coscienza. Nel post-sisma, sulle grandi scelte, a me è mancato disperatamente l’appoggio di partiti, sindacati, associazioni di categoria. Certo, ci sono state l’assemblea cittadina e il popolo delle carriole, ma sono movimenti carsici. Con Brexit, per esempio, molti inglesi vorrebbero rientrare nella Ue. Sul referendum sulle riforme, poi, nessuno di noi sa su cosa si voterà». Il lettore Luigi Costarella di Colle Pretara le chiede: noto un certo degrado nella cura e manutenzione degli spazi pubblici. Spero che almeno lei possa far muovere qualcosa. «Ha perfettamente ragione. Abbiamo due scusanti: i lavori in corso e i problemi di bilancio. Ho dovuto prendere i soldi dal capitolo del verde e metterli sui cimiteri dove la situazione era insostenibile e per questo mi scuso con i cittadini. La Tari abbiamo dovuto aumentarla, spero a livello transitorio. In questo momento l’Asm, che è tornata in attivo, ce la sta mettendo tutta. Tenere una raccolta differenziata in una città di 475 km quadrati con soli 72mila abitanti, 64 centri abitati non è facile. Vogliamo progettare come assicurare la pulizia sempre, mettendo dei soldi fissi. E poi in una settimana sono mancate 37 persone su 100 di quelle che lavorano per strada». Non sono un po’ troppe? «Ci sono le ferie, le malattie e poi non è vero che all’Aquila c’è un alto tasso di assenze. All’Usra i ragazzi fanno concorsi altrove, li vincono, hanno diritto a 6 mesi di prova e non vengono sostituiti». Si parla di nuovi fondi per l’arredo urbano. «Al Torrione, in via De Gasperi, su viale Cardinal Mazzarino, dove la ricostruzione è finita, faremo marciapiedi, metteremo i cestini, i posacenere». Il padre di Slow food, Carlo Petrini, si è augurato un ripopolamento stanziale del centro da parte di artigiani, giovani e famiglie. Cosa si può fare? «Questa sarà una città con uno dei centri storici più belli e più vivi d’Europa. Io e Giovanni Lolli presenteremo il nostro progetto per rivitalizzare le attività produttive, le partite Iva, il centro storico, È un progetto reale. La movida? Io ho appena firmato un’ordinanza che susciterà molte polemiche. A mezzanotte la musica fuori, tutta sparata, deve smettere soprattutto in centro storico perché dopo mezzanotte ci può essere musica bassa, con gente seduta intorno a un tavolino perché io devo invogliare le persone a vivere nel centro. e anche prima del terremoto era un conflitto. In corso Manthoné a Pescara ha vinto il popolo della notte e il popolo del giorno sta svendendo le case. Vanno tutelate entrambe le esigenze. Le persone hanno il diritto di dormire». Che centro storico sarà? «Sul modello di Trento, io ci sto lavorando: al piano terra negozi e attività artigianali, al primo piano partite Iva, dentisti e così via, al secondo e terzo piano le abitazioni. I vicoli recuperati e lungo le strade principali la riapertura delle attività anche piccole, bisogna attirare giovani artigiani da tutta Italia. Noi abbiamo perso delle forme di artigianato, penso alle ceramiche, e oggi proponiamo ai giovani di portare qui la loro tradizione per insegnare ai nostri come potenziare l’artigianato locale. Io sogno le botteghe artigiane, penso a via Navelli, via del Guastatore, con l’impagliatore di sedie che vende a prezzi contenuti, con un centro storico pedonalizzato, parcheggi riservati ai residenti pertinenziali. Questa è la ricetta perfetta». Ma i dati dell’Università sono allarmanti con il dimezzamento delle immatricolazioni. Come si fa a convincere i ragazzi a iscriversi all’Aquila? «Attenzione, questi dati voglio confrontarli con la rettrice. Ho letto sul Centro che a Teramo la facoltà di Medicina non ha saturato i posti disponibili ed è impensabile perché restano fuori migliaia di ragazzi ogni anno. È come con la sanità: bisogna sedersi intorno a un tavolo, deporre l’ascia di guerra e cominciare a lavorare con un obiettivo univoco. Dopodiché io vedo due versanti: uno è l’università in quanto tale che è fatta della qualità degli studi e la validità dei professori. Qui abbiamo docenti che fanno esami con un tasso di bocciatura del 90% rispetto a una media italiana del 50. Allora, o qui all’Aquila tutti gli studenti sono stupidi oppure il docente non sa insegnare. È la media che detta legge. I ragazzi, poi, vanno considerati per il tempo entro il quale prendi il pezzo di carta. Oggi nei curricula le aziende controllano quanto tempo hai impiegato a studiare. Secondo, la città e l’ospitalità che dà. Proporremo un questionario anonimo ai nostri studenti universitari per sapere, in primis, come è organizzata l’università: segreteria, accesso, rapporto con i docenti, esami, esercitazioni in ospedali e laboratori. Poi le altre domande: come è la città, i suoi servizi». C’è il problema degli affitti, però. «Vogliamo dare anche ai ragazzi con l’Isee più alto case a buon prezzo. I problemi devono indicarli i ragazzi che non possiamo mettere in mezzo agli scontri politici. Vedo troppi appartamenti vuoti e il centro storico vive della presenza di studenti universitari. Abbiamo già calmierato i prezzi. Perché un ragazzo va a Roma? Perché è un città più easy, ma dobbiamo far capire che in passato i nostri studenti sono quelli che hanno trovato lavoro più facilmente. Dobbiamo fare una politica seria». La sua auto sabotata e lei che parla di clima avvelenato. Da chi? «Si è fatta passare l’immagine di una grande criminalità e ora tutto si sta sgonfiando. Io credo che qui ci sia una crisi del sistema. In passato ha funzionato, come quando in 65 giorni ha rifatto scuole per 17.500 ragazzi, ma ci sono stati problemi nel funzionamento di tutte le istituzioni. Io faccio il sindaco, rimettendoci rispetto alla mia retribuzione normale, e sono una persona che sta dicendo tutto ciò che pensa. In città esiste una cupola trasversale che ancora pretende dopo decenni e dopo una tragedia come quella del terremoto di condizionare». Cosa intende per Cupola? «La Cupola rappresenta interessi trasversali che una volta si chiamavano famiglie, adesso sono dei legami di varie personalità presenti in tutti i partiti che tendono a esercitare un controllo e a non liberare forze nuove». Accuse pesanti a una città conservatrice? «Una città che non vuole attrarre i talenti, che dichiara “prima gli aquilani” usando slogan sbagliati. Noi dobbiamo attirare qui i migliori da ovunque e farli confrontare con i nostri bravissimi giovani aquilani per alzare il livello della città. Così sono nate Silicon Valley, Londra, New York, Barcellona. Viva la contaminazione, viva la grande apertura. Io su questo mi sento isolato ma continuo la battaglia». I palazzi del centro quasi tutti ristrutturati con spese altissime, le case popolari e le case del popolo delle frazioni invece ancora al palo. «Progetti, progetti, progetti. Noi abbiamo un problema che io pagherò a Roma. Mi diranno: hai 800 milioni e l’assessore Di Stefano in ginocchio va chiedendo ai progettisti di dargli i progetti. Quante me ne hanno dette a Paganica? E non sapevano che noi avevamo inserito la piazza e il corso di Paganica tra le aree a breve, come la Villa comunale, Santa Maria di Farfa e altre. Non sono stati capaci loro di fare i progetti».

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