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Pescara, 25/07/2024
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Data: 10/07/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Smog Pescara, spariscono le centraline del monitoraggio nelle zone più critiche. Ne restano solo 3 nei punti meno problematici

PESCARA. La presidente del Wwf Chieti-Pescara, Nicoletta Di Francesco, esprime preoccupazione per la riduzione delle centraline Arta per il rilevamento della qualità dell’aria e contesta la strategia complessiva di gestione dell’emergenza.
Sono già state dismesse 4 centraline per il monitoraggio dell’aria posizionate nei punti strategici della città. Al momento ne rimangono 3, tutte in punti dove le concentrazioni di smog non sono solitamente molto elevate, ovvero nei pressi del teatro D’Annunzio (vicino al mare), in via Firenze (vicino l’isola pedonale) e in via Sacco.
Sparite, invece, in viale Bovio, corso Vittorio Emanuele, viale D’Annunzio e piazza Grue, ossia tutte zone considerate in passato ad alto rischio per le concentrazioni di smog.
Come ha spiegato il vice sindaco Enzo Del Vecchio la gestione del monitoraggio dell’aria, prima affidata al Comune, è passata direttamente alla Regione e la rivelazione dei rilevamenti in tre punti è stata decisa sulla base di uno studio approfondito durato a lungo. Anche altre zone dell’Abruzzo hanno solo tre punti monitorati.
Il Wwf, però, proprio non riesce a comprendere come di fronte a «un malato grave, quale certamente è l’aria di Pescara», invece di stabilire e somministrare le medicine migliori, si preferisce ridurre il numero dei termometri.
«Del resto – continua Di Francesco– questa singolare strategia sembra in qualche modo dare risultati: nella vicina Chieti, e in particolare nei quartieri vallivi, ogni volta che l’ARTA procede con campagne limitate nel tempo con il laboratorio mobile escono fuori problemi; ciò nonostante di centraline fisse funzionanti, promesse da anni anche in relazione alla ristrutturazione della rete regionale di cui si parla ora per Pescara, tuttora non ce ne sono. Il risultato è che si parla assai più degli inquinanti monitorati che respirano i pescaresi che non di quelli ignoti che inalano quotidianamente i teatini».
«È certamente un caso – conclude - se le centraline smantellate a Pescara sono quelle che davano i risultati più preoccupanti come conferma un semplice sguardo ai dati storici dell’ARTA, reperibili sul sito dell’Agenzia. Resta invece difficile accettare le giustificazioni del vice sindaco Del Vecchio, pubblicate oggi, secondo le quali tra i motivi ostativi alla presenza delle centraline ci sarebbe anche il problema economico. Capisco le difficoltà contingenti ma i costi complessivi sono in prospettiva assai più alti per la collettività che non quelli per la prevenzione. È una questione di scelte prima che di soldi. Prendere atto dell’inquinamento, dell’aria, dei fiumi e del mare, e lavorare per un deciso e rapido risanamento rappresenta una priorità assoluta che va affrontata a ogni livello e non nascosta sotto il tappeto».

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