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Pescara, 25/07/2024
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Data: 11/07/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Boccia-Camusso: «Sì a maggiore produttività»

ROMA Approcci diversi nel merito di alcune questioni calde, a partire dai contratti, ma senza scintille. Si risolve in un confronto pacato che fa ben sperare per le relazioni industriali l'atteso faccia a faccia tra il presidente di Confindustria e la leader Cgil nell'ambito del tradizionale incontro annuale di Serravalle Pistoiese organizzato dal sindacato di corso d'Italia. Per far ripartire il Paese rilanciando la competitività, Vincenzo Boccia e Susanna Camusso condividono un'analisi di fondo: «Serve più produttività». Per il numero uno Cgil però «la produttività non è legata solo al costo del lavoro ma agli investimenti delle imprese». Una tesi che Boccia, spiazzando un po' la controparte, dice di condividere: «Sono d'accordo, non possiamo pensare solo alla produttività in chiave organizzativa senza pensare agli investimenti».
I DUE LIVELLI
La trattativa su come riformare il modello contrattuale è in corso: il presidente di Confindustria e i tre leader sindacali hanno già avuto un primo incontro, ora stanno lavorando i tavoli tecnici, il 29 luglio rientreranno in campo i big per tirare le prime somme. Né Camusso, né Boccia, si lasciano andare a previsioni sull'esito. Il leader degli industriali però avverte: «Se facciamo errori, ci giochiamo pezzi di industria del Paese».
Che la Confindustria punti a ridurre il peso del contratto nazionale di categoria è stranoto. Che una parte degli imprenditori a suo tempo abbia storto il naso di fronte alla chiusura del contratto dei chimici, considerato troppo morbido, è altrettanto noto. In molti puntano al modello proposto da Federmeccanica. Che però ai sindacati, non solo di categoria, proprio non piace. Camusso lo ricorda: la proposta di Federmeccanica «si fonda sull'idea che solo il 4-5% dei lavoratori benefici dal contratto nazionale», rendendo il contratto nazionale «anch'esso fattore di diseguaglianza per tanta parte dei lavoratori metalmeccanici». E invece «la priorità è ridurre la disuguaglianza» e far fronte «all'impoverimento dei lavoratori» per la contrazione dei salari. Un principio sul quale Boccia concorda, solo che - sottolinea - «per redistribuire ricchezza, e quindi ridurre diseguaglianza, è necessario produrre più ricchezza e quindi avere più produttività». E poi precisa: «Non vogliamo creare aspettative né negative né positive per rallentare eventuali percorsi delle nostre categorie che noi affiancheremo sulle posizioni che vorranno prendere». Per evitare interferenze tra i diversi livelli di tavolo (rinnovi e riforma del modello) Boccia invita prima «a chiudere bene i contratti e poi a dibattere sulle regole». Insomma, solo dopo la firma del contratto dei metalmeccanici, la riforma del modello contrattuale potrà arrivare al rush finale.
LE SLIDE
Qualche scintilla arriva solo quando il moderatore chiede una valutazione sull'appoggio arrivato dagli industriali al referendum costituzionale. Camusso mette nel mirino le stime, che definisce «indecenti», sulle ricadute per la crescita della vittoria del no. «Ho trovato brutte e sbagliate le slide di Confindustria che pronosticava un meno 4% del prodotto interno lordo: è il peggior vecchiume, il paese credo non ne abbia assolutamente bisogno», scandisce. Boccia, comunque, non si scompone. E rivendica il valore dei numeri del centro studi di Viale dell'Astronomia e, più in generale, la scelta di esporsi per il sì: «Non significa essere collaterali a Renzi» ma «essere onesti intellettualmente».

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