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Pescara, 25/07/2024
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Data: 13/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Tre inchieste per chiarire le cause «Guasto o errore»


Trentasette chilometri. Gli unici in tutta la Puglia dove la linea ferroviaria si riduce ad un unico binario. Gli unici dove i macchinisti ricevono l’ordine di poter ripartire dalla stazione “via telefono”. Una linea senza scampo quella tra Corato e Andria se due treni si incontrano e dove ieri al chilometro 51 è accaduto uno dei più gravi incidenti ferroviari dal dopoguerra. Errore umano o guasto tecnico? «L’unica cosa certa è che uno dei due treni su quella linea era di troppo, quale lo chiarirà l’inchiesta», ha detto chiaramente Massimo Nitti, direttore generale di Ferrotramviaria, società che gestisce il servizio tra Bari e Bari nord, fino a Barletta. I treni, che poi si sono scontrati frontalmente, sono ripartiti ognuno dalla propria stazione, Corato e Andria, ricevendo forse un ordine sbagliato? È su queste due stazioni che si sono focalizzate le indagini della procura di Trani per capire cosa è accaduto e risalire alle responsabilità: la Polfer ha già sequestrato diversa documentazione, oltre alle registrazioni audio, filmati e testimonianze. Si cercano le due scatole nere che erano sui treni. Un binario quello tra Andria e Corato dove ogni giorno a 100 chilometri all’ora transitano circa 200 treni, anche quelli che portano i viaggiatori all’aeporto Karol Wojtyla. Tutti convogli comandati con il “blocco telefonico” e senza il sistema del Semt (Sistema di controllo marcia treno) che consente di monitorare il comportamento delle vetture, e la loro velocità attraverso sensori a terra e nel caso intervenire automaticamente. Funziona come prevenzione in caso di guasti o errori umani. «Bisogna fare piena luce su questa inammissibile tragedia: occorre accertare subito e con precisione responsabilità ed eventuali carenze», sono state le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E ieri sera, il premier Matteo Renzi è arrivato sul luogo del disastro. In serata ha partecipato ad un vertice in prefettura a Bari per rendersi contro personalmente dell’organizzazione dei soccorsi. «Siamo qui per dare un abbraccio al popolo della Puglia, al governo della Regione e ai sindaci. Non lasceremo la Puglia e i pugliesi da soli». Tre le indagini. Per chiarire cosa è accaduto ieri mattina alle 11,30 su quel tratto di ferrovia che corre in mezzo agli ulivi tre sono le inchieste. Una, interna, condotta dalla società Ferrotramviaria, un’altra amministrativa annunciata dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, infine quella della procura di Trani che ha aperto un fascicolo per disastro per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. Al momento, non ci sono indagati. Ieri il procuratore Francesco Giannella che sta coordinando le indagini ha disposto già nelle ore successive all’incidente di raccogliere le versioni dei testimoni e dei dipendenti della società che gestisce la linea ferroviaria. A parte la mancanza su quel tratto dei sistemi automatici di supervisione della linea, già accertata, si cerca di capire se la società fosse in regola con la manutenzione degli impianti. «Se lo scontro fosse avvenuto in rettilineo e non in curva – ha voluto sottolineare il presidente della Ferrotramviaria, Nitti – i macchinisti avrebbero almeno cercato di azionare il freno. I due convogli erano moderni, uno del 2005 l’altro del 2009, potevano frenare in un raggio di 250 metri». Invece i due macchinisti si sono trovati uno di fronte all’altro a 100 chilometri all’ora. Senza avere scampo. Uno dei due macchinisti è sopravvissuto allo schianto ed è in gravi condizioni. La procura ha già acquisito i tabulati telefonici e i fonogrammi tra le due stazioni da cui sono partiti i treni. Difficile al momento capire chi dei due ha ricevuto l’ordine sbagliato. Al telefono.

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