Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.577



Data: 19/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Strage treni, capostazione ammette errore

TRANI Forse il disastro ferroviario che ha provocato in Puglia 23 morti e 50 feriti è dipeso da una dimenticanza, da una fatalità. Il fatto di avere due treni fermi in stazione, ad Andria, avrebbe indotto - secondo le indagini della polizia - ad un automatismo il capostazione andriese, Vito Piccarreta, che ha ammesso davanti ai pm di aver alzato la paletta e acceso il semaforo verde per far partire il treno ET1021 diretto verso Corato, che si è poi scontrato con l’ET1016. Il convoglio fermo ad Andria e diretto verso Corato non doveva però partire perché Piccarreta sapeva che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione, ma del quale forse si era dimenticato. Piccarreta, quindi, dopo l’arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato (l’ET1642), avrebbe agito in base ad un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta e ha fatto partire tutti e due i convogli, il primo verso Corato, l’altro verso Barletta. Questo alle 10.59. Attorno alle 11.07, un minuto circa dopo il disastro, risulta dai tabulati acquisiti dalla polizia, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno. A quell’ora nessuno dei due capistazione sapeva che c’era già stata la strage. «C’è un insieme di concause, un insieme di fatalità che hanno provocato il disastro», prova a frenare il difensore di Piccarreta, Leonardo De Cesare. Il legale conferma che il suo assistito ha negato di aver alterato con una correzione a penna il registro cartaceo di partenza del treno da Andria.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it