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Pescara, 25/07/2024
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Data: 20/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Trasatti (Cgil): «Salvare i posti del cementificio Sacci»

L’AQUILA «Un altro dramma occupazionale che va assolutamente evitato». Sono 200 i posti di lavoro a rischio, tra dipendenti e indotto, al cementificio Sacci di Cagnano Amiterno. Il segretario della Cgil Umberto Trasatti invoca una soluzione tecnico-politica, e chiama all’appello la Regione e i soggetti imprenditoriali coinvolti, che «devono risolvere la questione entro pochi giorni». Tra i lavoratori è scattato lo stato di agitazione e oggi pomeriggio saranno in consiglio regionale per una manifestazione di protesta: in ballo c’è la cessione di ramo d’azienda alla Cementir del gruppo Caltagirone, legata a doppio filo al rinnovo della concessione mineraria “Aterno” e al progetto di ampliamento della relativa cava. La Regione ha bloccato la delibera, a causa del parere negativo dell’ufficio legale, e avrebbe intenzione di indire un bando per la concessione, che scade il 25 luglio. La Sacci, nell’ambito della procedura di concordato preventivo, ha già ceduto il ramo d’azienda alla Cementir e l’operazione doveva diventare effettiva dal primo luglio: ma servono il rinnovo della concessione e l’ampliamento della cava, per poter garantire la continuità produttiva. «Tutto è nelle mani della Regione», spiega Trasatti, «che è in contatto con i soggetti imprenditoriali e sta cercando in queste ore una soluzione. La vicenda del cementificio di Cagnano si muove su due binari: da un lato c’è la procedura di concordato preventivo e la relativa cessione di ramo d’azienda alla Cementir, dall’altro la scadenza imminente della concessione estrattiva. Serve il rinnovo, ma la Regione vuole fare un bando. Solo che siamo a ridosso del 25 luglio. Il vero problema», sottolinea Trasatti, «è l’ampliamento della cava, che si trova a fianco della cementeria: ci sarebbero una serie di vincoli che si stanno verificando. La cessione del ramo d’azienda è già avvenuta, ma è vincolata al rinnovo della concessione e al progetto di ampliamento. Nel mezzo, ci sono 200 posti di lavoro che ballano. Questo territorio non può permetterselo»

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