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Pescara, 25/07/2024
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Data: 21/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
I furbetti del cartellino - Timbrava e andava a pesca. Vigile urbano arrestato. Maresciallo ai domiciliari dopo mesi di appostamenti e riprese della Finanza

PESCARA Senza divisa e senza presentarsi al Comando di polizia municipale di Pescara, tutti i giorni andava a timbrare il cartellino al palazzetto di via Elettra o all’Aurum contravvenendo alla disposizione di servizio. Sulla carta il maresciallo Pasquale Solari, 61 anni, assegnato al controllo ambientale ed ecologico del parco D’Avalos, era sempre in servizio dal lunedì al sabato. Salvo però, dopo aver timbrato, andarsene per i fatti suoi: a pesca, sulla spiaggia, a passeggio sul lungomare o a giocare alle macchinette nei bar, quasi sempre nella zona di casa sua, al confine tra Pescara e Francavilla. Lo hanno pedinato e spiato, anche con delle videocamere nascoste, i finanzieri del comando provinciale del Nucleo di polizia tributaria coordinati dal colonnello Francesco Mora che in due mesi hanno raccolto quanto basta per indurre il gip del Tribunale di Chieti, Luca De Ninis, a disporre (su richiesta del pm Lucia Campo) la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del maresciallo della municipale accusato di truffa, pluriaggravata dal fatto di essere stata commessa in danno di un ente pubblico, con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione. Le voci sul comportamento del maresciallo (già in passato colpito da provvedimenti disciplinari) entrato nella Polizia municipale nel 1981 quando il sindaco di Pescara era Alberto Casalini, circolavano da tempo al comando, fino a quando, alla fine dell’anno scorso, alla Finanza sono arrivati alcuni esposti anonimi. Esposti senza firma ma riconducibili, stando ai particolari forniti, presumibilmente a colleghi del maresciallo che a fronte del suo presunto assenteismo, continuava a percepire l’intero stipendio mensile di 1.600 euro. Prima di avviare l’indagine vera e propria, i finanzieri sono andati ad accertarsi della situazione, raccogliendo in un paio di settimane, dal 30 novembre al 16 dicembre dell’anno scorso, elementi sufficienti per ritenere credibili quelle segnalazioni: durante quelle due settimane, infatti, gli investigatori non hanno mai visto il maresciallo svolgere, durante gli orari di servizio, attività riconducibili a quelle per cui era pagato. Ne sono seguiti, coordinati dalla Procura di Chieti (perché lo stipendio gli veniva accreditato a Francavilla e quindi a Francavilla, in provincia di Chieti, si sarebbe consumato l’ingiusto profitto provento della truffa del dipendente che lo percepiva senza lavorare) nuovi e più accurati controlli. Tra gennaio e febbraio, gli investigatori hanno pedinato Solari, l’hanno ripreso con le videocamere piazzandole nei luoghi frequentati durante l’orario di lavoro e sui badge, dove andava a timbrare senza divisa e invece di andare al comando. Il risultato è stato che, secondo quanto riscontrato dai finanzieri, Solari non avrebbe dedicato mai neppure un’ora alla propria attività lavorativa, pur avendo regolarmente indicato la propria presenza sul lavoro. Invece, appena timbrato il cartellino, spesso e volentieri in tuta, passava al bar con capatina alle agenzie di scommesse e alle slot. Seguivano, a scelta, uscite a pesca, mattinate in spiaggia a preparare le attrezzature per la pesca, passeggiate sul lungomare o chiacchiere al bar. Finito l’orario di lavoro, di nuovo a timbrare.

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