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Pescara, 25/07/2024
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Data: 21/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Il comandante: gli avevo fatto dei richiami. Il responsabile della polizia municipale: gli ufficiali hanno sempre dichiarato che era tutto in regola. La difesa: ero in ferie. Ma il sindaco avvia la procedura “Madia”. Il sindaco: «Tolleranza zero, con la fame di lavoro che c’è...». Il maresciallo Pasquale Solari rischia anche il licenziamento

PESCARA Comandante Maggitti, chi è che non ha controllato? I dipendenti di ogni servizio, hanno almeno due ufficiali sopra di loro a controllare. Nel caso in questione, gli ufficiali hanno sempre dichiarato che stava tutto in regola per quanto riguarda i riscontri sugli orari di lavoro. Quando riusciremo ad avere un quadro preciso potremo andare a verificare eventuali altre mancanze. Ma semmai fosse acclarato e provato il comportamento contestato si tratta di un caso isolato, e questo va detto a tutela di tutto il Corpo. Eppure, la storia del vigile che non andava a timbrare al Comando sembra che la conoscessero tutti . Io gli avevo fatto dei richiami disciplinari anche per la mancata timbratura, con un ordine di servizio che gli avevo riformalizzato a inizio anno ribadendo che si timbra solo al comando e in caso di assenza si deve essere immediatamente giustificati. Ma nessuno ha mai evidenziato nè verbalmente nè per iscritto che questa timbratura continuava ad avvenire fuori. Si tratta ora di vedere quante volte è successo, e in quali occasioni. La struttura del comando è tale per cui ci sono dei riscontri sia a livello di timbratura meccanizzata sia a livello di atti posti in essere e questi riscontri formalmente c’erano. Sono state fatte delle dichiarazioni di presenza. Si tratta di vedere se sono giorni discordanti o è un periodo abnorme che non sarebbe plausibile. Non ci sono modi per controllare l’operato del personale? I report, ad esempio? I capi organizzano il proprio personale ottenendo dei report quotidiani sulle attività e sulle funzioni svolte. Ma non facciamo caccia alle streghe. Quali erano i servizi a cui era adibito il maresciallo? Aveva un ordine di servizio per cui era in servizio al parco D’Avalos, al parco dell’amicizia e al Florida che poi abbiamo coperto diversamente. Aveva l’auto di servizio? No. E la radio, quella con il Gps che consente alla centrale di localizzare il vigile urbano? Le radio ce l’hanno tutti quelli che fanno viabilità. Per il resto sono i capi ufficio a decidere a chi darla, non ne abbiamo per tutti.


Il maresciallo Pasquale Solari rischia anche il licenziamento
Il sindaco: «Tolleranza zero, con la fame di lavoro che c’è...» La difesa: ero in ferie
Ma il sindaco avvia la procedura “Madia”

PESCARA «Ero in ferie». È questa la prima giustificazione che il maresciallo della polizia municipale, Pasquale Solari, ha dato ai finanzieri di Pescara che martedì mattina sono andati a notificargli la misura cautelare degli arresti ai domiciliari per la truffa pluriaggravata che gli viene contestata. Una truffa messa in atto timbrando il cartellino ma non andando a lavorare e producendo, così, secondo l’accusa, un doppio danno alla comunità: mancato servizio e doppio prezzo per i contribuenti. Un danno che, in attesa dell’esito giudiziario, il 61enne potrebbe pagare direttamente con il posto di lavoro acquisito il 2 marzo del 1981 quando entrò al comando di polizia municipale di Pescara sotto l’amministrazione del sindaco Dc Alberto Casalini. Dieci sindaci e 35 anni dopo, l’amministrazione dell’attuale sindaco Marco Alessandrini è pronta invece ad attivare la procedura prevista dal nuovo decreto Madia sui reati contro la pubblica amministrazione che, per i cosiddetti furbetti del cartellino prevede anche il licenziamento entro le 48 ore dal provvedimento. «Chiarirò l’intera vicenda», manda a dire lo stesso Solari per conto del suo legale, l’avvocato Massimo Solari che assisterà il maresciallo domani alle 10, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip del Tribunale di Chieti Luca de Ninis. Un interrogatorio in cui però, da quanto emerge, Solari rimarrà in silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere. «Il mio assistito è molto provato», ha anticipato il legale, «chiarirà l’intera vicenda nel corso del processo ritenendo di poter dimostrare l’estraneità alle contestazioni che gli vengono rivolte». Non è la prima volta che sul suo conto sono state riscontrate irregolarità nella timbratura del cartellino. Negli anni passati già due volte erano state proposte sanzioni disciplinari per il comportamento non consono del maresciallo, ma solo una volta gli fu erogata una sospensione di sei giorni per queste presunte irregolarità. Tra il 2000 e il 2001, poi, fu lo stesso maresciallo ad autosospendersi rassegnando formalmente le proprie dimissioni dal servizio, per motivi personali, a decorrere dal primo dicembre del 2000. Un anno dopo, a dicembre del 2001 lui stesso chiese di essere riammesso e l’istanza fu accolta «subordinatamente alla verifica delle esigenze di servizio, nonché all’apprezzamento delle qualità morali e professionali del soggetto interessato». Ma oggi le cose sembrano diverse, tanto che il sindaco annuncia oggi l’avvio della procedura prevista dal decreto Madia: «Normativa alla mano»; spiega Alessandrini, «entro 48 ore dalla comunicazione formale del provvedimento che dovrebbe arrivare domani (oggi ndr) su mia sollecitazione, possiamo disporre la sospensione dal servizio del soggetto. Dopodichè sempre per previsione legislativa, entro un mese un organismo deciderà sul licenziamento per giusta causa del presunto dipendente infedele che potrà essere audito nel corso di questi 30 giorni. Teoricamente si può licenziare per poi riprenderlo se assolto. È una normativa fatta per stroncare comportamenti per i quali ci sono prove evidenti come foto e filmarti. In questo caso c’è poco da dire. E comunque non può che esserci tolleranza zero nei confronti di chi si comporta in questa maniera. Ancora più inaccettabile con la fame di lavoro che c’è adesso».

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