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Pescara, 25/07/2024
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Data: 21/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Sacci, lavoratori in piazza: spiragli per la concessione. Scade il 25 luglio e in ballo c’è anche il progetto di ampliamento della cava. Il presidente della Regione D’Alfonso incontra Ciliberto, presidente Cementir

L’AQUILA Una folta rappresentanza di lavoratori e due mezzi pesanti (nelle foto di Raniero Pizzi) davanti all’Emiciclo. Da Cagnano Amiterno è arrivato anche il sindaco Iside Di Martino, affiancata dalla sua amministrazione, per dare man forte alla protesta dei dipendenti del cementificio Sacci, che ieri hanno presidiato la sede del consiglio regionale. Sul piatto ci sono il rinnovo della concessione mineraria “Aterno”, che scade il 25 luglio, e il progetto di ampliamento della cava. Un provvedimento bloccato dalla Regione, che in queste ore sta cercando di correre ai ripari per individuare una soluzione. Lo hanno assicurato ai lavoratori prima il vicepresidente e assessore alle attività produttive Giovanni Lolli e poi il presidente Luciano D’Alfonso. Il presidente ha incontrato Mario Ciliberto, presidente della Cementir, la multinazionale che ha rilevato un ramo d’azienda della Sacci, nell’ambito della procedura di concordato preventivo. Ma l’operazione è ancorata al rinnovo della concessione e all’ampliamento della cava. La Cementir, che è presente in 15 Paesi ed è il più grande produttore ed esportatore nel mondo di cemento bianco, appartiene alla famiglia Caltagirone. Con Ciliberto il presidente D’Alfonso ha parlato sia del cementificio Sacci di Cagnano Amiterno che di quello di Pescara. Oggi è prevista una riunione tecnica e poi quella della giunta regionale e in serata dovrebbero arrivare notizie. «Ci hanno assicurato che il provvedimento di rinnovo della concessione è pronto», ha spiegato il segretario della Cgil Umberto Trasatti, «e che si attendono ancora alcuni pareri. Ma sarebbe questione di ore». A monte ci sarebbero i paletti imposti dalla direttiva Bolkestein emanata dall’Unione Europea, che possono però essere aggirati, non essendoci indicazioni da parte del governo italiano, come già fatto dal Veneto e dalla Toscana, che hanno provveduto al rinnovo delle concessioni estrattive. In ballo ci sono 200 posti di lavoro, tra dipendenti e indotto.

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