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Pescara, 25/07/2024
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Data: 24/07/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Brucchi e tre consiglieri a Monaco durante l'attacco: «Che paura»

«Abbiamo avuto paura». Così il sindaco Maurizio Brucchi racconta i momenti concitati in cui a Monaco di Baviera si è sparsa la voce della strage al centro commerciale Olympia, dove hanno perso la vita nove persone per mano di Ali Sonboly, 18enne tedesco di origine iraniana. Brucchi, insieme alla sua famiglia, ai consiglieri comunali Italo Ferrante e Pasquale Tiberii e al consigliere regionale Giorgio D'Ignazio si trova in Germania per partecipare alle celebrazioni del trentennale del gemellaggio con Memmingen. Subito dopo la festa, il gruppo di teramani ha deciso di andare a visitare Monacodi Baviera, che dista poco più di un'ora di macchina. «Eravamo appena arrivati racconta il sindaco ci stavamo dirigendo verso il centro e all'improvviso abbiamo cominciato a sentire sirene della Polizia, elicotteri che passavano sulle nostre teste. Ci siamo accorti che stava succedendo qualcosa, e, in contemporanea, amici e parenti hanno iniziato a chiamarci dall'Italia, preoccupati perché si era sparsa la voce di un possibile attacco terroristico. Noi, sul posto, percepivamo la tensione, ma non avevamo informazioni precise su cosa e dove fosse accaduto. I ragazzi (Brucchi ha due figli, ndr) hanno cominciato a preoccuparsi e abbiamo deciso di andare via».
IL CAOSAd un certo punto in città si è creato il caos, anche tornare indietro non è stato semplice. «Avevano chiuso le metropolitane, bloccato i bus ed evacuato due stazioni aggiunge il consigliere Tiberii molte persone si sono riversate in strada, c'era traffico, si sono create code chilometriche, abbiamo deciso di tornare a Memmingen ma ci abbiamo messo più di un'ora ad uscire dalla città perché c'era un groviglio di auto e le informazioni arrivavano a singhiozzo, si era anche sparsa la voce di un attentato proprio vicino alla piazza in cui stavamo, anche se poi si è rivelata infondata».
Anche il sindaco di Memmingen, Ivo Holzinger, si è preoccupato, invitando telefonicamente il gruppo di teramani a tornare indietro. Un racconto che testimonia «il difficile clima in cui stiamo vivendo», sottolinea Brucchi, anche se a Memmingen la situazione è apparsa decisamente più tranquilla. «Sono stato lieto di essere stato l'unico cittadino non tedesco a ricevere la cittadinanza onoraria di Memmingen, per me è un grande onore e, in questi momenti così difficili, anche un segnale di vicinanza con il popolo tedesco che ha dovuto affrontare questa grande tragedia», sottolinea Brucchi. Le celebrazioni del trentennale, coincidono , in Baviera, con la Fishertag (la Festa del Pescatore) e con la rievocazione storica che ogni quattro anni, ripropone un antico episodio bellico che segnò il destino di Memmingen. L'affetto che lega Teramo a Memmingen è testimoniato anche dalla scelta di aver legato le celebrazioni del gemellaggio alla festa più importante per questa città.

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