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Pescara, 29/08/2024
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Data: 26/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
«Non ho colpa per la morte di mio figlio». In Corte d’Assise la madre del piccolo di 3 anni travolto alla stazione San Marco: «C’erano 20 persone a guardarlo»

PESCARA «Stavo sempre attenta a Francesco e, quel giorno, mi sono allontanata solo per qualche minuto per controllare il bimbo di 5 mesi che aveva la febbre. Mio figlio, però, non era solo: nel piazzale davanti a casa c'erano circa 20 persone». E' pacata Loreta De Rosa nel ripercorrere davanti alla Corte d’Assise di Chieti, presieduta dal giudice Geremia Spiniello, gli ultimi momenti della breve vita di suo figlio, Francesco Pio Spinelli, tre anni, morto il 24 maggio 2014 dopo essere stato investito da un treno regionale in prossimità della stazione San Marco, a Pescara. La donna, incinta, è accusata di abbandono di minore, mentre il marito, Virgilio Spinelli, e il nonno del piccolo Francesco, Cristoforo Spinelli, proprietario della casa dove vive la famiglia, devono rispondere di concorso in omicidio colposo. «Quando sono tornata in guardino», ha raccontato ieri in udienza la mamma del piccolo, «ho visto che Francesco non era più nel piazzale. Ho urlato il suo nome più volte e ho iniziato a cercarlo». Il giorno della tragedia, il piccolo si trovava in compagnia del fratellino di appena due anni, fortunatamente rimasto illeso, e, dopo essere passato attraverso un buco presente nella rimessa della casa, aveva percorso un sentiero di poco meno di duecento metri, arrivando nei pressi dei binari dove poi era stato investito dal treno regionale partito qualche ora prima dalla stazione di Roma Tiburtina. Secondo l'accusa, la madre avrebbe dovuto porre attenzione ed evitare che, indisturbati, i bimbi potessero allontanarsi. Il padre e il nonno sono invece sotto accusa in relazione alla custodia dei beni e, in particolare, per quel buco, coperto da un vecchio frigorifero, presente nella rimessa della casa da cui sarebbe passato Francesco Pio. «Il dibattimento», riferisce il legale dei tre imputati, Luca Sarodi, coadiuvato da Antonio Massa nella ricerca e analisi normativa e giurisprudenziale del caso, «ha permesso di accertare che il padre della piccola vittima non era in casa, ma si trovava a San Silvestro, circostanza riferita e confermata da una parente dell'imputato citata dalla procura in qualità di testimone». Sempre ieri, il pm Andrea Papalia ha modificato il capo di imputazione riguardante il reato di omicidio colposo che non è più integrato dalla norma secondo la quale «nei casi di nuovi insediamenti abitativi o industriali adiacenti alle ferrovie è fatto obbligo ai proprietari di provvedere, ai fini della sicurezza pubblica e dell'esercizio ferroviario, alla preventiva idonea recinzione dei terreni stessi in prossimità della sede ferroviaria». L'udienza è stata aggiornata al prossimo 10 ottobre. In quell'occasione è prevista la discussione delle parti.

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