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Pescara, 25/07/2024
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Data: 26/07/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Mense e dopolavoro, sospetti su verifiche fiscali amiche

Una verifica fiscale superata brillantemente dalla società Dopolavoro Atac-Cotral fa sorgere negli inquirenti il sospetto che qualcuno abbia chiuso un occhio, insabbiando eventuali irregolarità. È di poco tempo fa la visita di Equitalia negli uffici di via Prenestina, sede dell'azienda controllata al 100% dai sindacati e che gestisce le mense per la municipalizzata dei trasporti. La stessa azienda che, per il pm Nicola Maiorano, potrebbe essere stata utilizzata per evadere il fisco, occultando una parte dei 4 milioni e 200mila annui sborsati dall'Atac. La scorsa settimana la Finanza ha perquisito rimesse, depositi e uffici, blindando un'intera stanza piena zeppa di documenti che ora sono al vaglio dei magistrati. L'inchiesta è ancora contro ignoti, ma l'ipotesi di reato c'è già: frode fiscale e dichiarazione infedele dei redditi. Mentre l'indagine è alle battute iniziali, arriva una sorpresa che fa subito storcere il naso agli inquirenti: in un recente controllo di Equitalia la società sarebbe stata dichiarata «in regola». Forse, qualcuno potrebbe aver stilato un verbale troppo favorevole. Anche perché il risultato dell'accertamento cozza con l'ipotesi della Procura.
IL DECRETO
Nel decreto di perquisizione si legge infatti che «emerge notevole discrasia fra quanto il Dopolavoro riceve da Atac e quanto dichiara». E non è tutto. Nel mirino del pm c'è anche l'appalto, assegnato senza bando, che ha permesso al Dopolavoro di gestire il servizio di ristorazione. La commessa risale al 1974 e non è mai stata aggiornata. Le sedi perquisite sono in tutto 23. L'inchiesta è scattata in seguito a un esposto presentato dal direttore generale della municipalizzata, Marco Rettighieri, che ha consegnato ai magistrati tre dossier da cui sono scaturiti altrettanti filoni d'indagine. Oltre all'anomala gestione delle mense, c'è il problema dei permessi sindacali. Il sospetto è che siano stati compiuti illeciti nella concessione di autorizzazioni retribuite per un numero di ore eccedenti rispetto a quelle previste. Almeno 45 dipendenti sembrerebbero avere usufruito delle licenze in questione senza avere ottenuto il nulla osta da parte dell'azienda.
CONTI CHE NON TORNANO
A questo proposito, secondo una stima della municipalizzata, solo nel 2015 il costo sostenuto è stato di circa 4,3 milioni. Nei primi 4 mesi del 2016, la cifra aveva già superato il milione e mezzo. L'ultimo fronte d'inchiesta riguarda invece una possibile truffa che si nasconde tra le righe del contratto, firmato dall'Atac per il triennio 2013-2015, per la fornitura delle gomme del parco autobus. Il valore della commessa sarebbe di 8,797 milioni di euro. La municipalizzata, però, ha pagato il doppio: 16 milioni e 758 mila.

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