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Data: 02/08/2016
Testata giornalistica: Abruzzo live tv
Funerali del sindacalista Marco Di Rocco... Il racconto di una vita in quelle bandiere rosse...

Lanciano (Ch) - Il racconto di una vita è in quelle bandiere rosse slargate, con discrezione, per l'ultimo saluto. E' in quel "picchetto" di operai che, prima dell'inizio della funzione religiosa, davanti all'altare, "sorveglia" la bara. "Siamo i lavoratori di diverse fabbriche della Val di Sangro - bisbiglia appena uno di loro in risposta ad una domanda -. Non vogliamo lasciarlo solo". Il racconto di una vita a sinistra è in qualche fiore, rosso non a caso, lasciato profugo sulla bara. In quel "Bella ciao" a squarciagola che stona con la nenia delle campane a lutto. E in quel "gli uomini passano, le idee restano..." che si sente urlare all'ultimo in un mare di volti attoniti e sgomenti. Addolorati. E' in lunghi applausi, ripetuti, dei quali, davvero, non si può fare a meno.

Fotogrammi estremi di un viaggio generoso, deciso, stroncato all'improvviso. Nella maniera più sconvolgente. Fotogrammi che fanno da cornice al fiume di gente che scivola lungo e lento nella chiesa di Sant'Antonio, a Lanciano, per i funerali di Marco Di Rocco, del sindacalista Marco Di Rocco, un'esistenza nella Fiom Cgil, morto a 51 anni sui binari, dilaniato da un treno in corsa. Una fine drammatica, da lui scelta. Migliaia di abbracci per i familiari: la figlia Federica di 16 anni, e i 4 fratelli, Patrizia, Antonio, Claudia e Silvio. Il fiume di facce li avvolge e li travolge, con condoglianze, immagini, pensieri, rimpianti, piccole storie. Con lacrime. La messa viene officiata da padre Damiano e padre Luciano. "E' tempo di commozione - dicono - , di sofferenza, di interrogativi, di fede e solidarietà. I più colpiti da questo lutto - aggiungono - sono i fratelli di Marco e allora dobbiamo far sentire loro, grande, il sostegno, anche con la preghiera e con il raccoglimento". Fuori i tuoni di un temporale.

"Nella vita - affermano i sacerdoti - è importante avere punti di riferimento, superare le difficoltà che più sono pesanti più debbono essere contrastate con parole vere e gesti autentici...". Tribolazione, vicissitudini, salvezza, Dio come amore...: l'omelia prosegue con un breve viaggio nella fede. E poi... "quelle piccole luci, tante piccole luci nella vita di Marco e perle di altruismo, di mera responsabilità delle quali avrebbe anche potuto fare a meno. Avrebbe potuto evitare di addossarsele...". La vita? Arrivano i versi di Madre Teresa di Calcutta. "E' una sfida, affrontala; è un'opportunità, coglila; è una lotta, afferrala corpo a corpo...". Fuori c'è un barlume di sole.

E' il momento dei ricordi. "Caro compagno... - inizia Davide Labbrozzi, segretario Fiom Cgil Chieti -: così mi salutavi al mattino in ufficio, per ricordarmi chi eravamo, i nostri valori, la difesa ad oltranza dei diritti... Nella vita hai scelto di mettere il lavoro nella zona alta delle priorità... Il tuo essere determinato, un po' cocciuto. Mi raccontavi che la notte sognavi le vertenze, i lavoratori, le battaglie.... La tua scrivania e la mia, nella stessa stanza, una nuvola di fumo, montagne di carte, caffè, sigarette a iosa... migliaia di comunicati per spiegare, per far capire... Portavi tua figlia, Fede, così la chiamavi, in ufficio... per non farle mancare il padre, dicevi. Poi la piccola Fede è cresciuta... Quanti scioperi hai indetto, quante lotte hai guidato, quante contrattazioni... Iniziative forti, anche senza autorizzazioni... Come quella di occupare l'autostrada e noi dietro di te... A quanti cancelli di fabbriche ci siamo incatenati. E quel funerale, con tanto di bara, per "celebrare" la fine del contratto nazionale... Quel mondo è con te. Venerdì scorso hai scelto di andartene lontano. Mi piace credere che sei in un altro posto, a fare assemblee, interventi... Ciao compagno, ti voglio bene...". Scroscia il primo applauso.

Il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, voce strozzata. "Ho conosciuto Marco e la sua famiglia in questa parrocchia nel 1970... Avevano perso la madre per un intervento chirurgico che si era complicato... Carmine, il padre, ha tirato su i 5 figli da solo. Marco si è distinto per il suo impegno etico, morale, civile e politico insolito. Hai salvato tante vite, Marco. Perché salvare posti di lavoro significa, per tante famiglie, salvare vite... Noi non siamo riusciti a salvare te, invece... Oggi siamo in tanti, sembra la messa di Natale, e se dovessimo costituire un sindacato per salvare te, ci sarebbero adesso migliaia di tessere. Mi hai aiutato nelle due campagne elettorali, giorno e notte, e quando sembrava andare tutto storto mi hai rassicurato: "Vedrai, ce la facciamo...". Sarà molto difficile attenuare questo dolore... L'unica consolazione è che ora avrai le carezze di mamma Ninetta, carezze che non hai avuto prima...". Secondo applauso.

C'è il poeta Remo Rapino che legge il suo "Poema per un funerale d'agosto"... che "deve servire a diradare i perché e ad accogliere il silenzio". Versi struggenti, come nello stile dell'autore. Terzo applauso.

La bara viene presa a spalla. Pochi metri verso l'uscita, nel piazzale esterno del santuario. C'è la folla. Ci sono sindaci di vari Comuni, ci sono amministratori e autorità regionali. Ci sono i sindacati, gli altri, gli avversari di sempre... Uil, Uilm, Cisl, Cobas... Le bandiere della Fiom Cgil, quelle rosse, si aprono. Svettano. Rassegnazione, pianti. Il canto del partigiano. Battiti di mani. "Ora lasciamolo andare", suggerisce Patrizia, la sorella, stretta all'altra sorella, Claudia. Quasi incollate, in una tragedia che ha travolto la città, come mai era successo. "Grazie di tutto l'amore...", chiude Patrizia rivolgendosi alla marea di visi che la cinge. Ciao Marco... e "lotta dura, sempre...". 01 agosto 2016

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