Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.574



Data: 09/08/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Pensioni: risorse per 1,5 miliardi. Il tetto stabilito dal governo per l’anticipo con l’Ape. I sindacati: «Fondi totalmente insufficienti»

ROMA Il pacchetto di misure per velocizzare l’arrivo alla pensione inizia a dotarsi di precise caselle e cifre. Si parte dalle risorse: il tetto massimo su cui ora si sta ragionando è di 1,5 miliardi di euro. La posta sarà definita nella prossima legge di Bilancio. Quanto alle vie per l’uscita anticipata, di sicuro arriverà l’Ape, l’anticipo dell’assegno per la flessibilità in uscita, ma in “pole position” ci sarebbero le ricongiunzioni, da rendere gratuite e le agevolazioni per i lavoratori precoci e per quanti sono stati impiegati in attività usuranti. Il governo ha anche iniziato a fare le prime proiezioni sui possibili beneficiari dell’Ape, l’anticipo pensionistico a fronte di un prestito di 20 anni. La platea potrebbe essere di 350mila persone nel primo anno di attivazione, il 2017, come spiegato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini. E ciò concedendo un’uscita fino a 3 anni e sette mesi prima rispetto alla versione standard, oggi in vigore. Per cui a 63 anni compiuti, non un giorno in più, si potrebbe lasciare il lavoro potendo far leva su un assegno ponte. Elementi in più dietro cui c’è una stima del budget, appunto 1,5 miliardi di euro. Questo il valore che tradurrebbe in euro le dichiarazioni fatte dal governo dopo l’ultimo incontro con i sindacati, a fine luglio. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti aveva parlato di stanziamenti «rilevanti», più cauto Nannicini, che si era limitato a definire la dotazione come «non trascurabile». L’Ape peserebbe per meno della metà (circa 600 milioni). D’altra parte lo Stato interverrà a sostegno solo delle categorie in sofferenza, come i disoccupati di lunga durata o i lavoratori con redditi particolarmente bassi. I sindacati però insistono su una copertura finanziaria più ampia: per il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, sono «necessari 2,5 miliardi», se si vuole «rispondere efficacemente alle questioni» emerse nei tavoli. Dello stesso parere anche la Cgil, che bolla come un «rilevante striminzito» il quantum, riprendendo le parole di Poletti. Ancora più netto il giudizio della Cisl, secondo cui limitare lo stanziamento a 1,5 miliardi sarebbe «sbagliato» e «iniquo», soprattutto dopo la piega «positiva» che ha preso il confronto con l’esecutivo. La cifra sarebbe troppo bassa anche stando alle stime fatte dal presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), secondo cui servono «almeno due miliardi di euro»

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it