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Data: 11/08/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Via al taglio delle partecipate. Slitta la riforma della dirigenza

ROMA Riduzione delle società partecipate, riscrittura delle regole per facilitare la strada alle amministrazioni pubbliche per la conversione al digitale e riforma del processo della Corte dei conti. Un altro pezzo importante della riforma della Pubblica amministrazione arriva al traguardo. Nella serata di ieri sono stati approvati dal Consiglio dei ministri altri tre decreti firmati da Marianna Madia, ministra della Pubblica amministrazione. Salgono così a quota dodici i provvedimenti attuativi scritti e approvati dal Governo Renzi. All'ultimo momento è stata invece rinviata la riforma della dirigenza pubblica. Dopo diverse riunioni a Palazzo Chigi è stato deciso di esaminare il testo solo in una nuova riunione dei ministri, probabilmente il 25 agosto.
Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della riforma per le aziende partecipate dallo Stato e dagli enti territoriali inizia il conto alla rovescia. Il provvedimento impone una serie di confini puntuali entro i quali le Pa potranno operare attraverso le partecipate. Le aziende potranno avere la forma di Spa, Srl, società consortili o società cooperative. Queste quattro tipologie di aziende pubbliche potranno operare in altrettanti campi: servizi di interesse generale, progettazione e realizzazione di opere pubbliche, servizi strumentali e servizi di committente a supporto degli enti no profit. Non rimarranno in vita le spa con un fatturato medio inferiore al milione di euro (nei tre anni precedenti), quelle con quattro bilanci su cinque in rosso né le società con più amministratori che dipendenti. Con una deroga, però, vengono salvate diverse aziende. Nel salva-società, tenendo conto dei gruppi societari, sono contenute oltre 60 aziende. Venticinque sono finanziarie regionali e poco meno di quaranta altri tipi di partecipate, come Anas, Invitalia, Coni servizi, Invimit, Sogin, Gse, Expo e il Poligrafico dello Stato.
Entro sei mesi, ossia febbraio, le Pa dovranno mettere a punto i piani di razionalizzazione delle società seguendo i paletti imposti dalla riforma. Le aziende, di norma, dovranno avere un amministratore unico. Entro settembre poi il Tesoro fisserà i tetti agli stipendi di manager e dipendenti. Si passerà da tre a cinque soglie. Sono destinate a cadere subito oltre 5mila società su circa 8mila: tante non hanno i requisiti legati al fatturato e molte altre sono delle vere e proprie scatole vuote. Più di 3 mila società non superano i cinque dipendenti ciascuna, altre 2 mila non dichiarano il proprio organico.
TIMBRO E FIRMA
Entro gennaio 2017 dovrebbero arrivare le prime indicazioni concrete sugli effetti della riforma. Una volta applicata la prima durissima tagliola scatterà la razionalizzazione periodica delle società inutili o in rosso. La revisione ordinaria inizierà nel 2018. L'altro decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri riscrive il Codice dell'amministrazione digitale. Viene previsto l'utilizzo di software open source condivisi tra più uffici pubblici e la nomina di dirigenti responsabili della svolta al digitale. In futuro i micro pagamenti alle Pa, come multe e bollette, potranno avvenire tramite addebito sul conto telefonico. Con la riforma dovrebbe trovare applicazione anche il domicilio digitale, rimasto solo su carta per molti anni: con un indirizzo email si potrà comunicare con le diverse amministrazioni. Con la riforma verranno rilanciati anche il timbro elettronico e la firma digitale, e cesserà l'obbligo di conservare i documenti. Liberalizzato l'utilizzo di tablet, cellulari e computer nella Pubblica amministrazione sia durante gli orari di lavoro per i dispositivi elettronici personali, sia a casa per quelli aziendali. È stato poi posticipato di almeno quattro mesi il zero carta, che doveva entrare a regime domani. Entro dicembre il ministero della Pa aggiornerà le regole tecniche per l'attuazione del nuovo Codice digitale e solo successivamente tornerà l'obbligo di utilizzare documenti in formato digitale. Per le amministrazione già pronte, però, rimane la facoltà di andare avanti con il passaggio già ora.
Infine, diventerà più rapido il processo contabile. Sono state riviste molte procedure e i termini di prescrizione, nel tentativo di ridurre il numero di dipendenti infedeli che riescono ad evitare le sentenze dei magistrati contabili.

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