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Pescara, 25/07/2024
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Data: 02/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Roma, la giunta Raggi già perde pezzi. Lasciano il suo capo di gabinetto e, a sorpresa, l’assessore Minenna. Via i vertici delle società Atac e Ama

Dimissioni di massa in Campidoglio. E’ il giorno più nero della giunta Raggi. A poco più di due mesi dal trionfo elettorale lasciano due pezzi da novanta della Giunta Raggi e l’effetto domino coinvolge anche i vertici di Atac e Ama. La bufera rischia di coinvolgere l’intera Giunta pentastellata, dove è in corso una resa dei conti tra le varie «anime» grilline. Dopo la revoca – ma la dimissionata smentisce a dice di essere stata dimessa – della nomina a capo di gabinetto del magistrato Carla Raineri che lascia l’incarico dopo il parere contrario della Anac, arrivano a sorpresa le dimissioni del super assessore al Bilancio, Marcello Minemma, l’uomo forte della giunta Raggi consigliato da Luigi di Maio alla neo sindaca pentastellata. E come nella pesca a strascico subito dopo arrivano le dimissioni di amministratore e direttore generale dell’azienda dei Trasporti, Rettingheri e Brandolese, e dell’amministratore unico dell’azienda dei rifiuti, Alessandro Solidoro in carica da appena un mese. Tutti manager scelti proprio da Virginia Raggi per le partecipate del comune. Una vera e propria crisi politica che vede la neo sindaca nel mirino di opposizione e vertici pentastellati che già avevano mal digerito le prime sue scelte. «Stiamo lavorando per indicare personalità di rilievo che possano contribuire al rilancio della città, Non ci fermiamo», assicura Virginia Raggi che alle 5 del mattino annuncia la revoca di Carla Ranieri, dopo il parere dell’Anac di Cantone sul suo compenso come atto di «trasparenza». Parole subito rilanciate dal blog di Grillo che non placano affatto l’ira dei pentastellati per una gestione veramente poco brillante della Giunta che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello del Movimento. Il Jolly da giocarsi su scala nazionale per la conquista di palazzo Chigi. «Apprendo la notizia dai giornali. Siamo in attesa di conoscere le motivazioni. Certo è che se la giudice Raineri e l'assessore Minenna dovessero formalizzare le loro dimissioni, questo rappresenterebbe una gigante perdita per la giunta. Sono due figure la cui professionalità è riconosciuta a livello internazionale e sarebbe un duro colpo», dice a botta calda Paola Taverna, membro del mini-direttorio chiamato ad affiancare la sindaca Virginia Raggi. Nel frattempo si riunisce il consiglio comunale. L’opposizione chiede che il sindaco riferisca in aula. Raggi però non si fa vedere e diserta l’assemblea. Pd e sinistra lasciano l’aula per protesta. Raggi riunisce gli assessori supestiti e fa il punto con i fedelissimi, in particolare con Salvatore Romeo e Raffaele Marra, l’uomo che Raggi avrebbe voluto nominare capo di gabinetto. Nomina saltata per il veto di Grillo. Marra, che in passato ha collaborato con Alemanno, è ugualmente rimasto al fianco di Raggi come suo uomo di fiducia. I malumori che in passato hanno portato Roberta Lombardi a lasciare il direttorio che dovrebbe sostenere la Raggi riesplodono con forza. Fuori dalla dichiarazioni ufficiali tra parlamentari e consiglieri si accusa la Raggi di incompetenza. La gestione della nomine è stata un mezzo disastro, a partire dalla questione dei super stipendi di alcuni assessori che ha fatto infuriare la base. Fioccano i paragoni con la sindaca di Torino, Chiara Appendino. «Che ci sia un problema non c’è dubbio, la sindaca dovrà assumersi le sue responsabilità», spiega un parlamentare. Tutta l’opposizione è all’attacco. «Abbiamo finalmente capito cosa intendevano con «assessori a tempo», scrive su Twitter il commissario Pd Roma e presidente Dem, Matteo Orfini. Fa il generoso Matteo Renzi. «Ha vinto lei a lei onori e oneri non metto bocca sulla squadra, chi vince ha la responsabilità e il dovere di governare», dice. A bilndare Raggi arriva Luigi Di Maio. «Tutti parlano di caos e di bufera ma questo è solo l’inizio, chi pensava che governare Roma fosse una passeggiata si sbagliava, ci siamo fatti tanti nemici, il sistema dell’acqua, dei rifiuti, il no alle Olimpiadi ma governeremo Roma», assicura. Sulla nomina di Ranieri però ora indaga anche la procura dopo un esposto di Fratelli d’Italia.

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