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Pescara, 25/07/2024
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Data: 02/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Ricognizione sulle scuole slitti l'inizio delle lezioni»

L'AQUILA Far slittare l'inizio dell'anno scolastico previsto per lunedì 12 settembre di qualche giorno, verosimilmente di una settimana. «Un provvedimento che porrò subito in giunta, che vede già d'accordo l'assessore Gerosolimo - spiega il sottosegretario Mario Mazzocca - e che risulterebbe particolarmente utile per completare l'opera di verifica dei danni causati dal sisma del 24 agosto negli edifici scolastici d'Abruzzo». Per l'assessore all'Istruzione Marinella Sclocco, però, «devono essere i singoli sindaci a valutare le ipotesi di sospensione delle lezioni», ma Mazzocca vorrebbe che il segnale venisse dal governo regionale: «Noi possiamo modificare il calendario con una delibera - spiega il sottosegretario - e il provvedimento toglierebbe molti sindaci dall'imbarazzo e permetterebbe una definitiva ricognizione logistica». Uno slittamento utile insomma ad avere un quadro generale della situazione, in vista della richiesta che verrà effettuata oggi stesso da Mazzocca al commissario per la ricostruzione Vasco Errani e al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, nel corso dell'incontro previsto a Montereale, al fine di ottenere dei moduli provvisori (Musp) dove alloggiare gli studenti dei Comuni che hanno problemi di vulnerabilità sismica delle scuole.
Logistica a parte, il mondo della scuola abruzzese è pronto a tornare dietro i banchi, anche se le criticità non mancano. Come non manca qualche buona notizia, quale l'entrata in servizio di 20 nuovi dirigenti (di cui 14 donne), scalati dalle graduatorie del 2014, che vanno a completare le 111 dirigenze dei 197 istituti comprensoriali della regione. In tutto oltre 1.200 plessi scolastici per un totale di 175.797 alunni, circa 14,5mila insegnanti (13.869 in organico di diritto e 693 ad ore), 3.660 sostegni (di cui 1.164 dati in deroga) e circa 3mila bidelli (sempre pochi). Un ingranaggio grande e complesso che si è messo in moto ieri (con l'entrata in servizio degli insegnanti), ma che, come si diceva, presenta alcune criticità che travalicano il mondo della scuola in senso stretto per coinvolgere il sistema sociale e culturale della regione. Su tutti il dato della dispersione scolastica, «dovuta certo alla riduzione vistosa della popolazione - commenta Cinzia Angrilli, responsabile regionale del settore per la Cgil - ma anche ad un crescente disagio economico e sociale delle famiglie che, specie dove la scuola non è obbligatoria, ovvero nell'infanzia e dopo i sedici anni, preferiscono non iscrivere i figli». Il dato più evidente, infatti, quest'anno riguarda il calo delle iscrizioni: 2.117 in meno dello scorso anno. Un'enormità se si pensa che negli ultimi dieci anni sono stati persi circa 4mila studenti. La fuga più importante c'è stata dalle scuole superiori con 1.011 iscritti in meno, di cui 521 della provincia di Pescara.
TRASFERIMENTI«Su questo dato ha influito il trasferimento massiccio che c'è stato - spiega Angrilli - dall'Alberghiero De Cecco di Pescara a quello della Costa teramana». A seguire, l'altra fascia non obbligatoria, quella della scuola dell'infanzia che conta 772 iscritti in meno, con il primato negativo della provincia di Chieti con 340 alunni delle materne in meno. «Pensiamo che questo sia dovuto anche alla chiusura delle fabbriche e alla conseguente fuga degli extracomunitari e dei lavoratori» continua la responsabile Cgil. Che il dato delle iscrizioni segua quello dell'economia e del lavoro, lo dimostrano in parte i numeri delle scuole elementari, dove a fronte di una perdita di 100 unità, si registra da una parte una vera e propria emorragia nel teramano (-179) e dall'altra una crescita nei territori in ripresa (+43 nella provincia pescarese e +40 in quella aquilana). Chiude il quadro la scuola media con 234 iscrizioni in meno, con Teramo sempre alla testa del record negativo (-130). Ultimo dato scolastico e sociale è l'aumento degli studenti con problemi (alunni H): 6mila in tutto, «in aumento costante. Per questo - conclude Angrilli - è urgente l'istituzione di un osservatorio regionale che chiediamo da anni».

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