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Pescara, 25/07/2024
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Data: 05/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Welfare e pensioni via al confronto Cgil: «No all’Ape». Domani tavolo sulla previdenza tra Poletti e le forze sociali. Discussione su minimi, ricongiunzioni e anticipo con mutuo

ROMA L’aumento delle pensioni minime, l’anticipo pensionistico e le ricongiunzioni onerose. La pausa estiva sta per terminare ed il governo riapre il cantiere previdenziale indicando «i tre cardini su cui intervenire». Ad annunciarlo è stato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che ha fissato in circa 2 miliardi di euro («tenendo conto della contabilità della finanza pubblica») lo stanziamento previsto nella legge di Stabilità. Il pacchetto pensioni è parte integrante della partita autunnale sul welfare, la prima da giocare in vista della prossima legge di bilancio. Da questa settimana governo e parti sociali cominceranno ad affrontare i temi legati al mondo del lavoro, dalle modifiche al Jobs act alle soluzioni per le aree di crisi. Per poi passare, appunto, al complicato capitolo pensioni da inserire, almeno in parte, nella manovra 2017. Il primo appuntamento è per domani, col tavolo tecnico proprio sul lavoro. A metà mese toccherà poi alle pensioni. I nuovi appuntamenti sono fissati il 12 settembre per il tavolo tecnico, il 21 per quello politico. Il piatto forte dell’operazione pensioni, destinata a modificare alcune imperfezioni prodotte dalla riforma Fornero, è l’Ape, l’anticipo pensionistico (con prestito garantito dalle banche e restituito in rate ventennali) riservato ai lavoratori che si trovano ad almeno 3 anni e 7 mesi dalla maturazione dei requisiti normativi. Il ministro Poletti ha descritto l’architettura dell’intervento spiegando che si sta lavorando «per produrre una soluzione che sia la più dinamica possibile, in modo che ogni cittadino sia in grado di fare al meglio la valutazione sull’opportunità e l’utilità». Inoltre ha spiegato che si partirà dalle «situazioni di massima difficoltà cercando di affrontare il tema dei lavoratori che hanno perso il lavoro, che non hanno ammortizzatori sociali e che sono in prossimità del pensionamento». Il ministro ha confermato che l’Ape avrà una struttura flessibile «affinchè l’interessato scelga il mix migliore per le proprie esigenze». Parole che consolidano le indiscrezioni circolate nelle ultime ore: ciascuno potrà farsi anticipare ciò che vorrà del proprio assegno pensionistico: l’intero importo, la metà, un terzo, a seconda delle esigenze personali. Quanto al tema delle pensioni minime, Poletti ha ribadito che «l’aumento ci sarà in qualche misura, dobbiamo trovare le modalità e le forme». Il percorso dell’anticipo pensionistico rischia comunque di incontrare ostacoli sindacali. La Cgil, attraverso Susanna Camusso, ha ribadito il proprio dissenso. «Penso sia un’idea ingiusta dal punto di vista delle condizioni delle persone - ha spiegato il segretario generale -. Alla fine l’Ape ha come obiettivo quello di continuare a ridurre gli assegni pensionistici in un Paese che ha già un problema di povertà delle pensioni». Camusso ha sottolineato che la previdenza «è un istituto regolato dal fatto che un lavoratore paga i contributi e non deve indebitarsi per avere alla fine della sua vita i suoi contributi».

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