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Pescara, 25/07/2024
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Data: 07/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il web in rivolta invoca Grillo «Traditi tutti i nostri valori»

ROMA Sul web in rivolta non c'è più traccia del plebiscito che tre mesi fa incoronò Virginia Raggi sindaca di Roma con il 67% dei voti. Dote bruciata in fretta, neanche il tempo di consumare la luna di miele e già il popolo del blog ha emesso il suo verdetto: «deve andarsene, sta facendo il male del movimento». Delusi persino gli irriducibili tanto da coniare l'hashtag #raggirati. Una sintesi del senso di spaesamento dei fedelissimi di Beppe Grillo. Gli ortodossi non le perdonano di essere passata dalla Grande bellezza alla Grande bugia: aver negato che l'assessore all'Ambiente Paola Muraro era indagata dalla procura. La sindaca sapeva e ha taciuto. E il movimento non dimentica: «La prima regola è dire la verità, c'è sempre tempo per recuperare una signora che esce a testa alta da un processo», scrive un utente del blog.
SENZA VERGOGNA Più si va avanti e più il grafico della febbre sale. «Fuori la Raggi! Sapeva e ha taciuto e fatto finta di niente». Il video del primo cittadino capitolino che censura il comportamento di Pizzarotti così tragicamente simile, diventa virale. «Parlavi tanto di trasparenza e poi nascondi un'indagine a carico della Muraro. Vergona! Vattene a casa che è meglio (e io t'ho pure votata...)».
Al netto degli insulti e degli inviti a farsi da parte, resta lo stupore di chi vedeva nella Raggi l'occasione per mettersi alle spalle le nefandezze di Mafia Capitale e rilanciare la città e ora si stenta a concederle una seconda possibilità. «Ha sbagliato e ci sta facendo un danno enorme, spieghi perché e coinvolga veramente la base belle scelte o se ne vada». Ecco il punto di caduta è questo: essere eterodiretta, ubbidire ai diktat della Casaleggio & associati non è una colpa bensì un merito: è il blog pensiero dominante. Aver voluto fare di testa sua, circondarsi di un suo cerchio magico in questa ottica diventa perciò un errore imperdonabile. E per la prima volta c'è anche chi trova «penosi» i pentastellati che «accusano i media».
GLI APOCALITTICI Per qualcuno è già iniziata la nemesi. La fatale compensazione al periodo di prosperità coinciso con il boom alle scorse amministrative. L'inizio della fine o quasi. La convinzione che se fosse ancora vivo Gianroberto Casaleggio tutto questo non sarebbe successo. Nel mirino della base apocalittica e inferocita finisce perciò anche il direttorio accusato di non aver saputo garantire «trasparenza, legalità, democrazia diretta, coinvolgimento della rete. «Mi dispiace dirlo - attacca Demetrio da Firenze - ma la vicenda di Roma sta imputtanando tutto il movimento». La crisi di credibilità rischia di minare il progetto grillino, in molti chiedono un intervento «improcrastinabile» di Beppe Grillo e di Davide Casaleggio per ripristinare la trasparenza «prima che sia troppo tardi». E ancora: «Dove sei Beppe? Togli il giocattolo dalle mani di questi bimbi». Non mancano gli hashtag al curaro rivolti al vice presidente della Camera, «altro che Gigino Di Maio presidente del consiglio!»
METODO BOFFO C'è chi rimpiange Marino. E chi però si preoccupa del futuro, grida al complotto e si schiera dalla parte della sindaca. «Roma sarà la nostra Stalingrado, resistere, resistere, resistere». Un incoraggiamento ad andare avanti, lo zoccolo duro dei militanti ancora fedeli alla Raggi. «Come fate a non capire, voi detrattori in buona fede che quello verso la Muraro è un evidente metodo Boffo?». E in questa prospettiva, nella gara a chi la spara più grossa, c'è spazio anche per un attacco ai magistrati, «io indagherei sul pm che indaga sulla Muraro per capire chi è, come vive e cosa faceva prima di creare un blocco senza precedenti verso una amministrazione di cambiamento e di rottura con un passato di criminali, di ladri e buffoni».

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