Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.574



Data: 07/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Province, in salvo tutti i dipendenti

PESCARA Non spariscono, si riformano. Ma di fatto niente sarà più come prima. Ieri la Regione ha finalmente messo in chiaro cosa succederà nelle quattro Province abruzzesi, gli enti intermedi che in tempo di spending review il legislatore aveva pensato inizialmente di cancellare ma che dopo i rilievi costituzionali hanno solo subito un forte ridimensionamento: non più enti elettivi, con le giunte composte da sindaci, assessori e consiglieri comunali in rappresentanza dei vari territori; niente indennità di carica e di funzioni, per altro ridotte al lumicino dalla riforma con l'attribuzione alle Province della sola delega all'edilizia scolastica, mentre tutto il resto passa in capo alle Regioni. In Abruzzo, come altrove, il nodo più importante da sciogliere era quello della destinazione del personale. Accordo non facile, che ha richiesto 18 mesi di lavoro e l'istituzione di uno speciale Osservatorio voluto dai sindacati.
Forse è anche per questo che il vice presidente della Giunta D'Alfonso, Giovanni Lolli ha parlato ieri di lavoro importante e faticoso: «Abbiamo fatto un miracolo, garantendo a tutti i lavoratori provinciali un approdo sicuro dopo la cancellazione dell'ente». Questi i numeri che riguardano l'Abruzzo: 712 esuberi, di cui 210 già collocati in pensione dall'entrata in vigore del Decreto Delrio; 160 i trasferimenti in Regione, a cui se ne sono aggiunti altri 85 in base all'accordo sottoscritto ieri con i presidenti delle quattro Province di Pescara, Chieti, L'Aquila e Teramo: in totale 245 dipendenti che vanno a gonfiare l'organico regionale e le spese di bilancio. Altri 54 lavoratori hanno usufruito della possibilità di trasferimento in altro ente.
IL NODO DELLE DELEGHE Restano invece sospesi in una sorta di limbo i 177 dipendenti dei Centri per l'impiego che facevano capo alle Province, in attesa che il governo definisca, da qui ai prossimi due anni, l'istituzione del Centro nazionale per il lavoro. Per loro è stato deciso il momentaneo utilizzo nel Dipartimento Politiche del lavoro della Regione. Altra questione, altrettanto delicata, è quella della riorganizzazione di tutte le funzioni che facevano capo agli enti intermedi e che adesso passano di competenza della Regione, tra queste anche la Polizia provinciale. Adesso è questo a preoccupare i sindacati, che in una nota congiunta di Cgil, Cisl, Uil e Ugl auspicano «un assetto organizzativo funzionale che migliori la qualità e la tempestività dei servizi da erogare ai cittadini e alle imprese, distinguendo tra le funzioni di programmazione e quelle gestionali». Ma il rischio che l'accentramento dei vecchi centri di potere territoriali possa aumentare il peso della politica regionale, mette in guardia anche i sindacati.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it