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Pescara, 25/07/2024
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Data: 07/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Rinviata al 19 l’apertura delle superiori. Lo hanno chiesto 4 prèsidi. Possibile slittamento anche per materne, elementari e medie: decisione entro venerdì

TERAMO L'allarme creato dallo sciame sismico fa slittare la riapertura delle scuole a Teramo città. Per le superiori, che sono di competenza della Provincia, la nuova data di rientro nelle aule è già di fatto fissata al 19 settembre, con una settimana di ritardo rispetto al calendario. Anche per elementari e medie del capoluogo, sotto il diretto controllo del Comune, potrebbe essere questa la prospettiva, anche se il sindaco Maurizio Brucchi si è riservato di prendere una decisione tra domani e venerdì. In entrambi i casi servono ordinanze che mettano nero su bianco lo slittamento, ma per quanto riguarda le scuole superiori l'atto del primo cittadino segue le indicazioni fornite dall'amministrazione provinciale. E' stato il presidente Renzo Di Sabatino ieri pomeriggio a sollecitare il provvedimento sulla base delle segnalazioni inviategli da alcuni dirigenti scolastici, che hanno ritenuto necessario il rinvio di una settimana della riapertura dei loro istituti. «Si continuano a registrare scosse, la maggior parte degli studenti, nuovi iscritti, non conosce l'edificio e non hanno mai fatto prova di evacuazione: in alcune istituzioni sono in corso lavori di ristrutturazione», hanno fatto sapere i presidi Loredana Di Giampaolo, Clara Moschella, Katia Provvisiero e Achille Volpini, «nessuno vuole sottrarsi alle responsabilità ma, in una situazione ancora incerta, è opportuno gestire la riapertura con calma e serenità senza una tempistica convulsa». Le relative ordinanze saranno firmate oggi dal sindaco. Il quadro dei controlli e dello stato degli edifici scolastici che ospitano asili nido, materne, elementari e medie è stato tracciato ieri pomeriggio da Brucchi nel corso di una riunione con i dirigenti dei cinque istituti comprensivi cittadini. In municipio si è presentata anche una sessantina di genitori preoccupati e per nulla disposti ad accontentarsi di rassicurazioni verbali sull'effettiva solidità delle scuole. Così hanno incalzato il sindaco chiedendo certezze e minacciando di far disertare le aule ai loro figli. Le pressioni dei genitori sono sfociate in momenti di tensione che hanno acceso i toni del confronto. Brucchi ha comunque sottolineato che la situazione delle scuole cittadine non è drammatica, fornendo i dati raccolti durante le verifiche avviate subito dopo le scosse più forti di due settimane fa. Dalla verifica, che nel caso della Zippilli, della San Giuseppe e della scuola di Villa Vomano è stata supportata dai tecnici della Protezione civile in aggiunta a quelli del Comune, è emerso però che dei 31 edifici in capo al Comune solo su 12 è stata avviata la verifica sismica. Per realizzarla negli altri 19 servono 220mila euro che l'amministrazione chiederà alla Regione e in un incontro convocato da Brucchi per domani mattina con i rappresentanti degli ordini professionali di geometri, architetti e ingegneri. «Tutte le scuole sono state sottoposte alla verifica di staticità», ha tenuto a precisare il primo cittadino, «e sono in una condizione al di sopra di quanto prescritto dalle norme». Gli interventi portati avanti dal 2010 in poi hanno comportato una spesa di dieci milioni di euro, che non è servita solo all'adeguamento antisismico. «Abbiamo dovuto mettere a norma le strutture con l'abbattimento delle barriere architettoniche, l'antincendio e la sicurezza, che pure rientrano tra gli adempimenti necessari a tenerle aperte», ha fatto rilevare il sindaco, «senza poter neppure ricorrere all'accensione di nuovi mutui per pagare i lavori». II consolidamento antisismico richiede investimenti per venti milioni di euro che l'amministrazione cercherà di reperire ricorrendo a fondi pubblici. «Nelle nostre scuole comunque si può andare», ha concluso Brucchi, «anch'io ho due figli che le frequentano»

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